La Protezione Civile è stata “progressivamente depotenziata” dalla politica che, con un “approccio ragionieristico”, ha via via svuotato il sistema di soldi e competenze. Il grido d’allarme è del capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, intervenuto davanti ai senatori delle commissioni Lavori Pubblici e Ambiente del Senato.
Gabrielli ribadisce che questo non è fare dello “scaricabarile” o avere una “visione pilatesca” della questione, perché la normativa “è chiarissima e senza possibilità di equivoci”. “Io applico le leggi che voi fate – dice ai senatori – Se vogliamo cambiare le regole del gioco, sono pienamente d’accordo. Ma in democrazia il Parlamento fa le leggi e noi funzionari le applichiamo. Oggi ci avete dato un tir con un motore di una cinquecento, se voi ci aiutate ad aumentare la carburazione, possiamo farla funzionare meglio”.
Il prefetto cita la legge 10 del 2011, che ha imposto un visto preventivo del ministero dell’Economia sulle spese per l’emergenze. “Spesso – aggiunge – si dice che si spende più per l’emergenza che per la prevenzione. Ma non è assolutamente vero. Di fatto si è riequilibrata la situazione: non si spende per la prevenzione e non si spende per l’emergenza”.
“Ormai da anni – ammette Gabrielli – i cittadini che patiscono un evento calamitoso, non solo hanno non hanno visto il becco di un quattrino, ma non hanno la benché minima certezza di quel che accadrà in futuro. E dover dire questo quando incontro cittadini e amministratori locali è l’amarezza più grande, non certo le critiche che mi arrivano”.