Michael Sata, il presidente dello Zambia, è morto all’età di 77 anni a Londra, dove era ricoverato da dieci giorni. Sata sarà probabilmente sostituito ad interim da Edgar Lungu, ministro della Difesa, che nelle ultime settimane ha fatto le sue veci, o dal suo vice, Guy Scott, che potrebbe diventare il primo capo di Stato bianco in Africa dopo il sudafricano De Klerk, nel 1994.
Sata era da tempo in cattiva salute, tanto da aver dovuto saltare impegni ufficiali come la partecipazione all’ultima Assemblea generale dell’Onu e il 19 ottobre aveva lasciato il paese, accompagnato dai familiari più stretti per essere ricoverato nell’ospedale Edward VII capitale britannica. Questo gli aveva impedito di partecipare, tra l’altro, alle cerimonie per il cinquantenario dell’indipendenza del Paese il 24 ottobre.
Nato nel 1936 nell’allora colonia britannica della Rhodesia del nord, educato in scuole cattoliche, secondo vari media del Regno Unito in gioventù avrebbe lavorato in una stazione ferroviaria di Londra come inserviente e in varie fabbriche di automobili prima di far ritorno in Zambia ed arruolarsi nella polizia locale. La sua carriera politica era cominciata nell’allora partito unico United National Independence Party – per cui era stato governatore di Lusaka e deputato – ma con l’introduzione del multipartitismo aveva militato anche nel movimento d’opposizione Mmd (Movement for Multiparty Democracy) prima di fondare il Patriotic Front.
Soprannominato ‘Re Cobra’ per il suo stile comunicativo, Sata si era candidato quattro volte alla presidenza della repubblica, ma era stato eletto solo a settembre 2011, sconfiggendo l’allora presidente Rupiah Banda. Si apre ora il problema della successione costituzionale. Secondo alcuni, il posto del presidente non potrebbe essere preso dal suo vice Guy Scott, bianco, in quanto di origine europea anche se nato in Zambia. Durante l’ultima assenza di Sata i poteri presidenziali erano stati esercitati dal ministro della Difesa Edgar Lungu.