“Non abbiamo mancato di segnalare alla competente Commissione europea e all’uscente commissario Almunia che sicuramente c’è stato un danno nel percorso industriale di questa società e, quindi, il problema del mantenimento della siderurgia a livello europeo e della difesa del settore siderurgico non è solo un problema italiano, ma è un problema europeo, di cui dobbiamo tenere tutti conto”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel corso di un’informativa alla Camera sulla Ast di Terni.
“La multinazionale tedesca ThyssenKrupp ha dichiarato perdite accumulate per oltre 900 milioni di euro e certamente questo è ascrivibile anche probabilmente ad alcune incertezze gestionali dell’ultimo triennio e probabilmente comunque anche ad una fase di mercato che, come appunto sappiamo, per quello che riguarda la siderurgia e alcuni settori specifici della siderurgia, come la parte a caldo degli acciai, è senz’altro sotto un attacco da parte di competitor extra Unione europea – ha sottolineato il ministro -. Ricordo che le importazioni di acciaio dalla Cina, negli ultimi mesi, sono salite drammaticamente, rapidamente oltre il 34 per cento e certamente con dei fattori di competitività sotto il profilo dei costi di cui tener conto. Infatti, esistono produttori fuori dell’area europea che hanno dei fattori di costo che li rendono a volte più competitivi, spesso più competitivi rispetto alle produzioni europee. Certamente, questa è una vicenda che ha anche una sua complessità legata ad un quadro di relazioni industriali molto deteriorato. Non voglio esprimere qui giudizi di merito, non è il mio compito dire per responsabilità di chi ma certamente il quadro delle relazioni industriali di questa società è ampiamente deteriorato e non solo nelle ultime settimane”.
“Il Governo si è mosso fin dall’inizio e ha lavorato tecnicamente giorno e notte per cercare di favorire al massimo una mediazione. Il nostro obiettivo principale era cercare di arrivare a una definizione di un diverso piano industriale che potesse, prima di tutto, mettere realmente in evidenza il rilancio industriale e il rilancio competitivo, anche attraverso una fase di ristrutturazione, ma soprattutto il rilancio industriale e il rilancio produttivo del sito di Terni – ha proseguito la Guidi -. Dopo giorni e settimane di confronto, un’ipotesi che il Governo ha chiesto all’azienda di valutare, e ancora questa mattina, ha queste dimensioni. Nei 100 milioni di euro di riduzione dei costi, l’azienda ha già dichiarato, e su richiesta del Governo ne ha tenuto conto, di limitare, diciamo così, ridurre l’impatto sul mondo del lavoro da 40 a 30 milioni di euro: questo perchè il Governo ha messo a disposizione dell’azienda strumenti e gruppi, chiamiamoli anche tecnici, di persone che riuscissero a guidarla nell’utilizzo al meglio – probabilmente, meglio di come oggi l’azienda sta facendo -, a legislazione vigente – lo ribadisco: a legislazione vigente -, di quelli che sono gli strumenti per abbattere il costo dell’energia che tutte le aziende energivore, non solo siderurgiche, oggi possono utilizzare nel nostro Paese. Questo, naturalmente, ha un impatto nella parte di saving che l’azienda può contabilizzare ed è anche grazie a questo impatto che l’azienda ha ridotto, rispetto alla richiesta iniziale, l’impatto dell’efficienza sul costo del lavoro da 40 a 30 milioni di euro”.