Dopo giorni di tensioni e toto-nomi, nasce la nuova giunta del governo Crocetta. Oltre alle due irremovibili Lucia Borsellino e Linda Vancheri, il governatore della Regione siciliana ha scelto il super tecnico concordato col sottosegretario Delrio, Alessandro Baccei, per l’Economia. In quota Pd, il docente di economia a Palermo Antonio Purpura, il professore all’Università di Catania Sebastiano Caruso, il magistrato Vania Contrafatto e la dirigente regionale Cleo Li Calzi. Poi Giovanni Pizzo, capo di gabinetto delle Infrastrutture voluto dall’Udc, Marcella Castronovo, vicesegretario generale della presidenza del Consiglio, Nino Caleca, avvocato, in quota Articolo 4 e Maurizio Croce in quota Pdr. Rientra nel governo Mariella Lo Bello.
“Si tratta di una giunta di alto profilo che ha il gradimento dei partiti e del presidente, che consente di rilanciare il grande lavoro di riforme e cambiamento della Sicilia, in un quadro di condivisione con i partiti e i gruppi parlamentari. L’insediamento avverrà immediatamente dopo l’acquisizione delle dichiarazioni di incompatibilità, la verifica sulle inconferibilità e dei carichi pendenti”, è stato il commento di Crocetta.
La giunta è stata azzerata mercoledì scorso. Crocetta ha dovuto sciogliere i nodi delle alleanze con i partiti e con le loro correnti. A cominciare dalla parte “intransigente” del Pd, che ha chiesto il totale azzeramento dell’esecutivo. Un nome su tutti a creare polemiche: quello di Nelli Scilabra.
Proprio l’ex assessore alla Formazione è diventata il cuore del casus belli che ha portato Crocetta ad abbandonare la sua vecchia giunta, pur di tenere buoni i suoi alleati (e gli stessi esponenti del suo partito, il Pd) ed evitare tranelli e prove di forza in Aula al momento della votazione della mozione di censura per l’assessore trentenne, al centro dello scandalo sul Piano giovani, ha “patteggiato” l’azzeramento delle deleghe e ha rimesso in palio tutti i posti degli assessori.
Ma per la Scilabra non c’è stato nulla da fare. Per reggere il suo governo Crocetta ha sacrificato la sua giovanissima. Le opposizioni tuttavia non demordono: “Chi sperava all’interno del centrosinistra, di allungare i tempi per votare la mozione di sfiducia a Crocetta ci sarà rimasto male. Niente tempi lunghi, niente margini per aprire il mercato degli assessori, per tentare pressioni e ricatti. É passata la nostra tesi dei tempi stretti: giovedì vedremo in Aula chi ha bluffato in questi mesi e chi vuole davvero mandare a casa questo governo inutile e dannoso”, ha affermato il deputato dell’opposizione Nello Musumeci. Giovedì, come stabilito dalla capigruppo, l’aula esaminerà le mozioni di sfiducia del centrodestra e del M5S nei confronti del governatore Rosario Crocetta.