Reyhaneh Jabbari, la ragazza condannata a morte per aver ucciso il suo stupratore, è stata giustiziata a mezzanotte nel carcere di Teheran. A nulla sono valsi gli appelli internazionali rivolti alle autorità: la 26enne è stata impiccata.
Alcuni giorni fa era fallito l’ultimo tentativo di ottenere il perdono dalla famiglia della vittima perché Reyhaneh non aveva voluto smentire la propria versione dei fatti.
L’omicidio per il quale la giovane è stata impiccata risale al 2007, quando Reyhaneh aveva 19 anni: durante il processo, la donna ha confessato l’omicidio ma ha sempre dichiarato che fosse stato per legittima difesa.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha dichiarato: “L’uccisione di Reyhaneh è un dolore profondissimo. Avevamo sperato tutti che la mobilitazione internazionale potesse salvare la vita di una ragazza che invece è vittima due volte, prima del suo stupratore poi di un sistema che non ha ascoltato i tanti appelli”, ha aggiunto il ministro, “a conferma che è proprio sulla difesa dei diritti fondamentali che il dialogo tra i Paesi resta più difficile. Eppure – ha concluso -, la difesa dei diritti umani e l’abolizione della pena di morte sono battaglie fondamentali che l’Italia non rinuncerà mai a portare avanti in tutte le sedi”.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, esprime “profondo dolore e sconcerto per la decisione delle autorità giudiziarie iraniane di mandare a morte la giovane Reyhaneh, che ha pagato con l’impiccagione il fatto di essersi difesa da un brutale tentativo di stupro”. “Questa decisione, incredibilmente, considera la violenza sessuale – aggiunge – come un reato dal quale non sia legittimo difendersi con ogni possibile mezzo. Le donne iraniane sono state protagoniste di un notevole avanzamento, e il loro cammino è andato a vantaggio dell’intera società iraniana. Ma la sentenza che ha ucciso Reyhaneh ci ricorda nel modo più drammatico che per le donne – conclude Boldrini – l’uguaglianza di fronte alla legge continua ad essere lontana, e che il rispetto dei diritti umani, delle donne e degli uomini, deve rimanere valore centrale anche nelle relazioni internazionali”.
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Vergogna.vergogna di vivere in un mondo in cui una giovane donna viene impiccata per essersi difesa dopo esser stata stuprata. Vergogna perché siamo nel 2014 ed in certi paesi, a loro dire evoluti, si ragiona come se fossimo ancora nell'età della pietra, no scusate, non vorrei offendere i primi ominidi che avevano più senso della vita di loro.
... quanta strada ancora da fare. quanta ipocrisia. quanta ingiustizia