La Uefa l’aveva promesso: per i fatti di Serbia-Albania nessuno sconto. Vittoria a tavolino per 3-0 alla Serbia e contestuale penalizzazione di 3 punti con divieto di disputare le prossime due partite casalinghe del gruppo I a porte chiuse. Per entrambe le nazionali anche un’ammenda pecuniaria di 100 mila euro. La gara di qualificazione per Euro 2016 era degenerata in guerriglia dopo che un drone con la bandiera del Kosovo aveva sorvolato il campo.
Il ct dell’Albania, Gianni De Biasi, non ci sta e passa all’attacco: “Sono deluso per una sentenza che non ci dà giustizia. Capisco la commissione ma credo che sia difficile per noi accettare un verdetto che ci vede sconfitti su tutti i fronti – dichiara amaro il tecnico italiano – Ci hanno tolto anche quello che avevamo guadagnato sul campo. Cosa doveva succedere di più?“.
La Federcalcio albanese, intanto, presenterà ricorso contro il provvedimento dell’Uefa: “La Federazione è delusa per aver trattato alla pari gli aggressori con le vittime – dichiara il segretario generale della Federcalcio albanese Ilir Shulku – “Una strana decisione. Per i nostri giocatori è stato impossibile riprendere il gioco, dopo le violenze subite in campo sia dai tifosi che dagli addetti alla sicurezza dello stadio di Belgrado”.
Chiederemo giustizia anche “per i cori razzisti dei tifosi “uccidete gli albanesi”, che hanno accompagnato la partita fino alla sua interruzione”, informa Artan Hajdari, il rappresentante legale della Federcalcio albanese. Anche il presidente della Federcalcio kosovara Fadilj Vokri ha detto la sua: “È Una decisione scandalosa e politica. Non posso capire una tale decisione, che è una decisione scandalosa e politica. È volata una sedia in campo, i giocatori dell’Albania sono stati aggrediti, e la Uefa assegna la vittoria alla Serbia. Davvero incredibile”.