La Fondazione Umberto Veronesi, in collaborazione con il Centro diretto dal Dottor Gabriele Rosa, ha avviato un importante progetto. 38 donne, in cura per tumore al seno, sono state allenate, monitorandone le condizioni di salute: di queste, 10 parteciperanno alla più famosa maratona del mondo, quella di New York, il 2 novembre prossimo. A testimoniare da un lato, l’importanza dell’attività fisica non solo quando si è sani ma anche durante la malattia, e dall’altro, il coraggio di poter iniziare una nuova vita dopo una cura tumorale al seno, un esempio di forza di volontà e carattere, di tenacia a non mollare mai ponendosi nuovi obiettivi.
Tra le donne che prenderanno parte alla maratona c’è anche Marina: è giovane, pratica sport fin da piccola ed è mamma di una bambina di 6 anni. Nel 2009 ha scoperto un piccolo nodulo al seno durante il periodo di allattamento della sua bambina. Dopo i primi accertamenti, la terribile sentenza: proprio nel momento di massima felicità, la diagnosi è stata carcinoma maligno. Aveva solo 31 anni. Per lei è stato un durissimo colpo, eppure ha saputo reagire con coraggio.
“Se non mi fossi accorta subito, perché so cosa significa “prevenzione”, oggi non sarei qui. mi considero fortunata: noi donne siamo le prime a doverci proteggere, facendo regolarmente gli esami di diagnosi precoce.” dice Marina con convinzione.
Fare attività fisica riduce il rischio di tumore al seno, a qualunque età. Lo dice la più recente ricerca scientifica, presentata all’ultima conferenza dell’European CanCer Organization che ha avuto luogo a Glasgow, in Scozia nel marzo 2014. Donne che praticano sport per almeno un’ora al giorno hanno un rischio inferiore del 12% di sviluppare tumore al seno rispetto a chi ha una vita sedentaria: è il risultato di un’analisi sistematica di 37 studi sulla relazione tra tumore al seno e attività fisica pubblicati tra il 1987 e il 2013, che hanno coinvolto oltre 4 milioni di donne. Già da tempo i ricercatori hanno capito che almeno il 25% dei tumori ha tra le sue cause l’eccesso di peso e stili di vita troppo sedentari. L’attività fisica può ridurre il rischio per molti tumori, tra cui quello al seno, attraverso diversi meccanismi; regolando il metabolismo, stimolando il sistema immunitario e diminuendo la produzione di ormoni sessuali, fattori chiave spesso coinvolti nello sviluppo e nella progressione del tumore al seno.
Il 26 ottobre a Milano si terrà la PittaRosso Pink Parade, una marcia che ha un significato ben preciso, oltre a quello di raccogliere fondi da devolvere alla ricerca con Pink is Good, serve anche a sostenere il finanziamento del progetto #NOTHINGSTOPSPINK (ideato dal team del Dottor Gabriele Rosa in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi): l’obiettivo è ancora una volta ribadire che una attività fisica mirata è “alleata di salute”, previene e cura numerose patologie e in particolare riduce il rischio di recidiva tumorale.