Tutto pronto alla Leopolda per il via alla quinta edizione della kermesse renziana che per tre giorni, a partire da stasera, vedrà alternarsi dibattiti, nei tradizionali tavoli che occupano la sala, ed interventi dal palco. Una formula rodata negli anni ma che quest’anno dovrà per forza di cose tenere conto della responsabilità di governo.
Il ministro Maria Elena Boschi è arrivata nel pomeriggio per l’ultimo sopralluogo nella stazione che quest’anno ha come scenografia quella di un “garage” per richiamare i tanti garage, il più famoso quello di Steve Jobs, dove le idee hanno fatto nascere scoperte rivoluzionarie. Ma a condurre la kermesse quest’anno non saranno né Boschi né Matteo Renzi ma i parlamentari Edoardo Fanucci, Lorenza Bonaccorsi, Silvia Fregolent e Luigi Famiglietti.
Il premier, però, ha previsto di partecipare tutti e i tre i giorni. Stasera, di rientro da Bruxelles, è arrivato per un saluto: “Tornare alla Leopolda è sempre meraviglioso. Ma negli anni scorsi arrivavo da Firenze, oggi da Bruxelles” ha esordito Renzi.
“La Leopolda del 2011 mi ha fatto capire che questo paese era scalabile, so che questo termine creerà polemiche ma lo dico: per anni ci hanno raccontato che l’Italia era un paese chiuso, eppure giorno dopo giorno ci rendevamo conto che si potevano cambiare le cose sul serio, presa, rivoltata e cambiata” ha detto il premier.
“Sono convinto, e la Leopolda 2011 lo ha confermato, che se c’è spazio per i tecnici e la tecnocrazia è colpa della politica e dei politici: chi crede nella politica quello spazio non lo lascia” ha continuato. “Grazie alla Leopolda siamo riusciti ad investire su una nuova classe dirigente e la sconfitta del 2012 è stata per me una grandissima lezione, da cui poi sono ripartito”.