Un medico e un’ostetrica italiani sono in quarantena per l’emergenza Ebola in Lombardia. Sono chiusi in casa, Paolo Setti Carraro e Chiara Maretti, chirurgo di 60 anni e ostetrica di 30: devono passare 21 giorni, quelli necessari per l’incubazione del virus, prima che possano incontrare qualcuno.
I due sono rientrati dal Sierra Leone la settimana scorsa, dopo quattro mesi di lavoro per “Cuamm Medici con l’Africa” in uno dei paesi più colpiti dall’epidemia. A raccontare la loro storia è il Corriere della Sera: i due hanno lavorato con stivali e tute di protezione e doppi guanti.
Da quando sono tornati, i due non hanno potuto avere nessun contatto con amici e familiari. L’isolamento è precauzionale. Il rischio nasce dal un autista di un’ambulanza “Ebola”, che è uscito prima dei risultati dei test dalla tenda di isolamento ed è entrato a contatto con tante persone, persone che forse hanno lavorato con i due italiani: l’autista è morto pochi giorni fa.
Il medico e l’ostetrica sono stati costretti dunque a rientrare. Una ”procedura standard che si segue in questi caso”, spiega l’associazione ‘Cuamm Medici con l’Africa’, precisando che al momento i due operatori sanitari non presentano alcun sintomo collegabile alla malattia da virus Ebola.
Intanto Nina Pham, la prima infermiera contagiata da Ebola a Dallas, sarà dimessa oggi. Lo ha annunciato il National Institute of Health che ha curato la ragazza. L’NIH ha annunciato che Nina non ha più il virus nel suo organismo. La Pham era stata contagiata in ospedale dal liberiano Thomas Duncan.
#Ebola-free Dallas nurse Nina Pham speaking live at the NIH press conference. She was released from hospital today. pic.twitter.com/BZa1QeJKPb
— @THISHOUR (@ThisHour) 24 Ottobre 2014