In seguito al caso del contagio di sei persone a Bresso, c’è preoccupazione per la legionella, un batterio responsabile della polmonite batterica presente negli ambienti acquatici naturali e artificiali, partendo ad esempio dai fiumi, per poi arrivare alle condotte cittadine e agli impianti idrici.
L’uomo contrae l’infezione per via “aerosol”, cioè inalando l’acqua sufficientemente contaminata in piccole goccioline, permettendo ai batteri di entrare in contatto con i polmoni, facendo insorgere l’infezione polmonare.
La Legionellosi non si trasmette da persona a persona e, una volta infetti, può manifestarsi in due diverse forme: la prima, la Sindrome del Legionario, ha un’incubazione che dalle 2 ore ai 10 giorni e ha lo stesso andamento di una polmonite, provocando forte emicrania, tosse, malessere diffuso e, nei peggiori casi, anche insufficienza respiratoria o renale; la seconda, la Febbre di Pontiac, ha un’incubazione di 24-48 ore e segue il corso di una normale influenza, con febbre, mal di testa e tosse secca.
A causa della difficoltà di essere distinta rispetto alle altre polmoniti, la legionellosi può essere diagnosticata solo attraverso specifici test di laboratorio. La terapia è generalmente antibiotica: in passato si usava l’eritrocina, ma oggi si preferiscono la claritromicina e l’azitromicina, che risultano essere più potenti contro i batteri intracellulari.