Usa e l’Iraq stanno delineando un piano per lanciare un’offensiva delle truppe di terra irachene e permettere loro di riprendersi le città occupate dai jihadisti dell’Isis. Lo riferisce il Washington Post che cita un alto funzionario dell’amministrazione. Il piano non sarà attuato fino ai prossimi mesi e dovrà assicurare che le forze irachene non si espongano prima di essere in grado di controllare il territorio occupato dai jihadisti. Il piano include anche i consiglieri Usa, ma non per combattere.
Intanto l’aviazione governativa siriana ha distrutto due dei tre jet usati dallo Stato islamico (Isis) nel nord della Siria. Lo ha detto il ministro dell’informazione siriana Umran al Zubi, citato oggi dalla tv di Stato. Nei giorni scorsi l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) aveva affermato che l’Isis addestrava suoi piloti a far volare tre caccia catturati dai jihadista nella base militare di Jarrah, a est di Aleppo.
Gli Stati Uniti, che guidano la Coalizione internazionale impegnata in raid aerei e sorvoli nel nord della Siria non aveva confermato queste informazioni. Due di questi velivoli, ha affermato Zubi, sono stati distrutti a terra mentre erano sulle piste dell’aeroporto di Jarrah. E l’aviazione di Damasco è alla ricerca del terzo caccia. Non è possibile verificare in maniera indipendente queste notizie.
Nonostante i raid aerei americani, oggi i terroristi controllano un terzo del territorio dell’Iraq, da Baghdad al nordovest, attraverso la provincia di Anbar, fino al confine con la Siria. La campagna per l’offensiva di terra dei soldati iracheni sarà condotta, ha spiegato l’alto funzionario dell’amministrazione Usa, con una cronologia precisa, villaggio per villaggio, anche se qualsiasi tentativo di rimuovere i militanti da Mosul rischia di essere ritardato fino al prossimo anno. Allo stesso tempo, qualsiasi piano offensivo è minacciato dai militanti che comunque hanno una loro propria strategia per avanzare.