“Il risultato è la cosa più eclatante. Cerchiamo di trovare i punti positivi: per il futuro è una lezione che ci serve. Non dico che ci ridimensioni, ma ci fa capire che c’è tanta strada da fare”. Dalle ceneri di Roma-Bayern, Daniele De Rossi trae anche spunti positivi: “Vedere i tifosi applaudirci a fine partita è una pugnalata al cuore, perché loro ci sono stati sempre vicini”.
Lui c’è sempre, proprio come dopo Manchester United-Roma del 2006. I microfoni non lo spaventano: “C’è un dislivello tecnico indubbiamente anche se nonostante questo risultato non credo ci sia questa differenza – prova a spiegare – Magari fra 15 giorni faremo meglio, anzi sicuramente faremo meglio affrontandola diversamente”.
I motivi della prestazione da incubo: “Probabilmente stavano meglio di noi e questo dislivello si spiega anche fisicamente. Però in campionato sono gli altri che boccheggiano contro di noi perché quando riesce tutto agli avversari ti demoralizzi. Questo Bayern sembra il Barcellona di Guardiola: piccolini, non te la fanno vedere mai, sanno giocare tutti a pallone, ma non sono imbattibili”.
Tocca anche a Rudi Garcia motivare una prestazione angosciante oltre ogni immaginazione: “Non è stato un crollo mentale, ma tecnico sì. Abbiamo lasciato giocare il Bayern nel primo tempo e la colpa è mia – afferma – Ho sbagliato strategia, dovevamo giocare molto più chiusi, solo che una volta sotto dopo 10′ fa anche il gioco del Bayern. Siamo stati spettatori della partita ed è questo che non mi piace perché dovevamo essere più compatti”.
“Questa sconfitta ci mostra tutti gli step che dobbiamo fare per raggiungere le migliori squadre del mondo”. Ma perdere contro il Bayern può anche starci: “Perdere è normale contro il Bayern perché loro vincono sempre, ma questo è uno schiaffo e così fa male. Sono deluso per i gol subiti nel primo tempo perché c’era da mostrare orgoglio e non l’abbiamo fatto. L’unica buona notizia è il pareggio tra Cska e Manchester City che ci permette di essere ancora secondi”.
Prende la parola anche Pjanic, oggi (come i compagni) solo lontano parente del campione ammirato in campionato: “Quella di questa sera non era la vera Roma, non so come spiegare quello che è successo. Non riuscivamo a tenere la palla, abbiamo sempre dato a loro il possesso – dichiara – Siamo stati sempre con un’attitudine difensiva, non siamo mai riusciti ad uscire. Dobbiamo solo dimenticare questa serata”.