Si improvvisavano militari della Guardia di finanza per rapinare famiglie facoltose tra Palermo e Trapani. Cinque persone sono state raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare in carcere.
La banda era composta da soggetti adulti e pregiudicati: il capo era Giovanni Beone, quarantenne arrestato tre mesi fa nell’ambito dell’operazione Apocalisse e appartenente al clan Resuttana. Insieme a lui Luigi Verdone, bidello classe 69; Giuseppe Marrone, classe 63; Antonio Patti, classe 58; Giuseppe Amato, classe 63.
I cinque della banda bussava nella notte alla porta di facoltosi commercianti o imprenditori e travestiti da finanzieri, con tanto di finti tesserini e macchine con i lampeggianti, rapinavano in modo efferato le vittime.
La Squadra mobile nelle sue indagini ha svelato che la vita degli indagati era assolutamente normale, fatta di casa e figli. I cinque però avevano creato una rete telefonica con cui darsi appuntamento: organizzavano tutti i dettagli delle rapine quando si riunivano di persona. Secondo gli investigatori, il modus operandi della banda era molto simile a quello delle forze dell’ordine vere: si appostavano nei pressi delle abitazioni da colpire e talvolta pedinavano le vittime
Agli indagati si contesta l’associazione a delinquere, rapina aggravata in abitazione, possesso di segni distintivi contraffatti, ricettazione e usurpazione di funzioni pubbliche. Le rapine contestate sono due: una nel 21 maggio 2012 ai danni della famiglia Taormina, noti commercianti nel settore della carne. In dieci rapinarono la famiglia portando via gioielli per 200 mila euro.
L’altra risale al dicembre 2012, a Trapani: in quattro si sono presentati a casa di un pensionato con la scusa di una perquisizione e, rovistando nella casa, riuscirono a portare via gioielli e 5 mila euro di contanti.
La Squadra mobile è riuscita a sventare altre tre rapine. I malviventi agivano a notte fonde: “Ai cittadini consiglio di non aprire a nessuno di notte. Neppure a chi si presenti come esponente delle forze dell’ordine”, ha detto il dirigente della sezione reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione della polizia di Palermo, Silvia Como, “Se qualcuno dovesse presentarsi come esponente delle forze dell’ordine è necessario controllare chiamando il centralino di polizia, carabinieri e finanza per verificare”.