Un’altra persona è stata infetta dall’Ebola a Dallas, negli Stati Uniti: si tratta di un infermiere dello stesso ospedale in cui era stato ricoverato Thomas Duncan, il primo paziente contagiato dal virus, e a causa di cui un’altra infermiera era stata infettata.
Per le autorità sanitarie statali si tratta di un’”infrazione al protocollo”: lo ha riferito il dipartimento dei servizi sanitari locale, che inoltre comunicato che decine di persone sono attualmente in quarantena.
Anche in Italia però si è deciso di correre ai ripari. È stato convocato a Palazzo Chigi un vertice sugli interventi preventivi per far fronte all’allarme internazionale sull’Ebola. Presenti i ministri Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin, Roberta Pinotti e Federica Mogherini. “Siamo in stato di allerta – dice Alfano – sul virus ebola e studiamo tutte le misure di prevenzione possibili”.
La riunione, si apprende da fonti di governo, è stata occasione per avviare un sorta di “task force” tra i ministeri interessati per far partire da subito una campagna informativa rivolta soprattutto ai passeggeri dei voli aerei coinvolgendo anche l’Enac. Grazie a un’azione di coordinamento e potenziamento del personale anche negli aeroporti, inoltre, si assicurerà un rinforzo delle procedure e dei protocolli di sicurezza già previsti in questi casi. Tra le misure stabilite dal governo anche la disponibilità di due C-130 pronti a evacuare eventuali cittadini contagiati da Ebola. In caso dovessero essere riscontrati casi di Ebola tra cittadini italiani, questi saranno immediatamente trasportati all’ospedale Spallanzani di Roma e al Sacco di Milano, strutture specializzate nella diagnosi e cura delle malattie infettive. La posizione che emerge a livello europeo è quella di curare i malati nei luoghi del contagio, potenziando gli ospedali locali, prima che partano per l’Europa.
Parallelamente alla Casa Bianca si è tenuta una conference call per fare il punto su Ebola ma anche su Isis, fra il presidente americano Obama e i principali leader europei. Hanno partecipato il premier britannico Cameron, quello italiano Renzi, il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel.
“La sicurezza nazionale e la preparazione dei nostri ospedali sono due priorità fondamentali per noi”, ha detto Sylvia Mathews Burwell, segretario alla Salute degli Stati Uniti.
“L’idea è quella di fermare l’espansione dell’Epidemia alla sua fonte. Ci sono possibilità di fare meglio, aumenteremo il nostro impegno”, ha continuato Burwell.