Sarà rafforzata la task force anti-Ebola tra i ministeri della Salute, Difesa, Esteri, Interni e Trasporti per dare una riposta “coordinata” contro l’emergenza e con l’obiettivo di intensificare sia i controlli (in aeroporti e porti) sia l’informazione.
È quanto emerso dal vertice tenuto a Palazzo Chigi al quale hanno partecipato i ministri dell’Interno Angelino Alfano, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il ministro degli Esteri Federica Mogherini, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Presenti anche i rappresentanti dell’Enac.
Sul tavolo anche il “passaggio”dei controlli, sul fronte degli immigrati in arrivo, da Mare Nostrum a Frontex.
Nei porti e negli aeroporti saranno distribuiti opuscoli informativi del ministero della Salute sul virus. Il materiale mira a dare una corretta e precisa informazione sulla malattia, i sintomi da dichiarare e i comportamenti da adottare. Misura adottata nonostante l’Italia non abbia voli diretti con Guinea, Liberia e Sierra Leone, “cuore” dell’epidemia.
Pronti anche due aerei C130 militari per l’eventuale evacuazione di italiani contagiati per trasportarli negli ospedali Spallanzani o Sacco, strutture specializzate nella diagnosi e cura delle malattie infettive.
Non solo buone intenzioni, ma anche fondi. Renzi, presentando la legge di stabilità, ha annunciato che l’Italia ha stanziato un contributo di 50 milioni di euro da impiegare nella lotta alla diffusione del virus.
La posizione dell’Ue resta comunque quella di rafforzare la possibilità di cure in loco. Su questo, lo stesso ministro Lorenzin aveva già fatto presente l’importanza di insistere sulla tracciabilità dei viaggiatori che, provenienti dai paesi africani a rischio Ebola, dovessero giungere in Europa attraverso voli non diretti ma che prevedono scali in altri aeroporti.
Contestualmente al vertice di Palazzo Chigi, il presidente americano Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier britannico David Cameron e lo stesso Renzi hanno affrontato il tema Ebola in una conference call. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre cancellato diversi appuntamenti per sostenere i candidati democratici nella campagna elettorale per concentrarsi sull’emergenza Ebola.
Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha parlato di una “situazione seria” e allo stesso tempo ha sottolineato che per ora c’è una rinnovata la fiducia ai vertici delle autorità sanitarie. Per cercare di tranquillizzare i cittadini sul fatto che le possibilità di contagio siano molto basse, Obama ha poi chiesto alle autorità americane di essere “molto più decise” nel monitorare i futuri casi di Ebola e al sistema sanitario federale di dare risposte in 24 ore.
È emerso che la Francia intende attivare un dispositivo di ”controllo” dei voli provenienti dalle zone colpite dal virus dell’Ebola.
Il direttore dell’istituto per la prevenzione delle malattie americano, Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), Tom Frieden, ha invece annunciato che “in futuro le persone sotto controllo per sospetto Ebola o per avere avuto contatti con pazienti in cura per il virus non potranno più prendere aerei per tutto il periodo di osservazione”.
Una decisione presa dopo la conferma di un secondo caso a Dallas. A essere colpita dal virus un’altra donna: una aiuto-infermiere entrata in contatto con il “paziente zero” morto la settimana scorsa.
Il governo colombiano ha deciso di negare il visto di ingresso al paese alle persone che nelle ultime quattro settimane ha visitato i paesi africani colpiti dall’ebola -Sierra Leone, Liberia, Guinea Conakry e Nigeria- su raccomandazione dell’Istituto Nazionale della Sanità, per evitare che il virus possa arrivare sul suo territorio. Secondo fonti ufficiali citate da Radio Caracol, la rete consolare colombiana sta ricevendo in queste ore un formulario specifico per stabilire se il cittadino straniero che chiede un visto non rappresenta un rischio sanitario per il paese latinoamericano.
Intanto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite arriva una dura condanna alla comunità internazionale che “ha fallito nel capire e affrontare in maniera adeguata l’entità dell’epidemia e dei suoi effetti” definita “una minaccia per la pace e la sicurezza”.