Oltre il 77% dei genitori ritiene che i media siano pericolosi non solo per i minori, ma anche per gli adulti. È il risultato di un’indagine condotta dal Censis sui media e sul loro rapporto con gli utenti minori, presentata a Roma.
Nuovi e vecchi media oggi propongono un’offerta di contenuti vasta e diversificata alla quale il minore facilmente accede, spesso senza la presenza o il controllo di un familiare.
“Esiste una forte relazione tra contenuti mediatici e valori dei più giovani che pone agli adulti la questione dei modelli di vita trasmessi ai ragazzi attraverso i media. Un fenomeno che con il diffondersi dei social sulla rete sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, anche per i genitori stessi, come dimostra il nostro sondaggio”, ha commentato Elisa Manna, responsabile per il Censis del settore cultura e curatrice del seminario di studio sul tema ‘Media & minori’, organizzato dal Corecom Lazio.
In sostanza l’espansione dei nuovi media, che per un verso ha prodotto molte opportunità di crescita per i minori, ha anche moltiplicato i rischi, acuendo le problematiche legate alla tutela dei minori, che – come ha affermato il presidente del Corecom Lazio, Michele Petrucci, nel suo saluto introduttivo – sono tra le più “complesse e delicate coinvolgendo soggetti di mercato con interessi che possono configgere con quello che, secondo la Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, è ‘il superiore interesse del minore'”.
Al seminario, tra gli altri, hanno partecipato rappresentati di Agcom, Save the Children, Dipartimento di giustizia minorile, Fondazione Abio, Scuola superiore di avvocatura oltre ad associazioni di utenti come Codacons, Federconsumatori, Unione nazionale consumatori, Udicon e operatori dei media, radio, tv e dei servizi audiovisivi del Lazio