Ventuno sudamericani, tra ex alti militari, ex ministri e ex Capi di Stato, di nazionalità boliviana, peruviana, cilena e uruguayana, saranno processati il 12 febbraio prossimo dalla corte d’assise di Roma per omicidio e sequestro di persona. La decisione in relazione alla scomparsa e all’uccisione di 23 cittadini italiani, avvenuta tra il 1973 e 1978, nell’ambito della cosiddetta “Operazione Condor”, l’accordo di cooperazione portato avanti dalle dittature di sette paesi e finalizzato all’eliminazione di qualunque oppositore al regime (sindacalisti, intellettuali, studenti, operai e esponenti di sinistra).
Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Alessandro Arturi che ha accolto le richieste formulate dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e fatto cadere per tutti, per un vizio di procedibilità, il reato di strage contestato.
Tra gli indagati anche l’ex ministro dell’interno boliviano Luis Arce Gomez e l’ex capo della Dina, il servizio segreto cileno di Pinochet, Juan Manuel Contreras. Il gip non ha accolto invece la richiesta della Procura per procedere anche per il reato di strage. Per un altro gruppo di ex militari uruguaiani già processati e condannati verrà invece chiesto al ministro di grazia e giustizia di chiedere il rinnovo del procedimento anche in Italia.