Ancora tensioni e scontri a Hong Kong tra gli ormai ultimi manifestanti pro-democrazia e alcuni dimostranti pro-Pechino: nell’area di Admiralty, occupata dall’inizio ufficiale delle proteste di due settimane fa, un gruppo di 500 persone col volto coperto ha cercato di rimuovere le barriere che bloccano l’accesso allo slargo, dando il via a degli scontri, culminati con una serie di arresti.
Per la polizia è stato necessario placcare due degli attaccanti, mentre alcune foto immortalano un uomo costretto a lasciar cadere a terra un coltello a serramanico: ad alimentare il caos, anche un numeroso gruppo di tassisti, che esasperati dalle strade e dal traffico bloccato di queste settimane, si erano radunati suonando i clacson.
Tramite un comunicato, la polizia di Hong Kong ha fatto sapere che ha iniziato a smantellare le barricate nel quartiere di Mongkok, uno dei principali siti della protesta pro democrazia, per consentire un traffico regolare e non per rimuovere i manifestanti.
Parallelamente, Leung Chun-ying, capo del governo, ha respinto per l’ennesima volta la richiesta di dimissioni, sostenendo che il movimento di protesta “non ha alcuna possibilità di raggiungere i suoi obbiettivi”.
Nel frattempo gli Anonymous, il celebre gruppo di hacker, ha mantenuto la promessa ed è sceso in campo a fianco dei manifestanti pro-democrazia attaccando due siti web del governo di Pechino, nei quali sono stati mostrati dei dati riservati di due pagine web ufficiali cinesi, rendendo pubblici anche centinaia di numeri telefonici e indirizzi sia reali che e-mail della Zona di Libero Commercio di Ningbo, una città della provincia orientale cinese di Zhejiang.