La possibile diffusione del virus Ebola spaventa l’Europa. I leader dell’Ue affronteranno il tema in un vertice previsto a Bruxelles il 16 ottobre.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha precisato che la riunione, convocata su richiesta del nostro Paese, servirà a “valutare nuovi e ulteriori sistemi di sicurezza negli aeroporti”. Tra le misure di cui si discuterà, ha aggiunto il ministro, figurano “check per i passeggeri in partenza dagli aeroporti del West Africa” e un sistema “per la tracciabilità dei passeggeri che partono dall’Africa occidentale con voli non diretti per l’Europa”.
Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso il nuovo bilancio delle vittime: il numero dei morti è salito a 4.033 su 8.399 casi accertati in sette Paesi.
A Parigi si è appreso che sono risultati negativi i test su una donna che si temeva avesse contratto il virus in Africa ed era stata ricoverata all’ospedale Bichat. Allarme rientrato anche a Praga, dove un uomo era in isolamento perchè aveva dei sintomi ritenuti “sospetti”.
La paura del contagio è arrivata anche in Brasile: il primo caso sospetto è stato segnalato dal ministero della Salute nello stato meridionale del Paranà. Si tratta di un missionario africano di 47 anni, arrivato di giorni fa da Conakry, capitale della Guinea.
Negli aeroporti americani ci saranno termometri a distanza e questionari da compilare per i passeggeri in arrivo dai Paesi dell’Africa occidentale più colpiti dall’epidemia di ebola. Il primo scalo americano a introdurre i controlli è stato il John F. Kennedy di New York, al quale seguiranno nei prossimi giorni il Newark Liberty in New Jersey, il Dulles di Washington, l’O’Hare di Chicago e l’Hartsfield-Jackson di Atlanta. La maggior parte dei passeggeri diretti negli Usa da Guinea, Liberia e Sierra Leone fa scalo nei cinque aeroporti, prima di raggiungere eventualmente altre destinazioni. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ha sottolineato che si tratta solo di uno dei provvedimenti per combattere la diffusione del virus.
Migliorano le condizioni di Teresa Romero, l’infermiera spagnola di 44 anni contagiata mentre assisteva i due missionari spagnoli rimpatriati e deceduti in agosto e in settembre. Teresa Romero, secondo quanto detto da fonti ospedaliere “è cosciente e a tratti di buon umore”. Oltre a lei, a Madrid sono sotto osservazione in ospedale altre 17 persone. Di queste, informano fonti sanitarie, soltanto una paziente, un’altra infermiera che ha fatto a sua volta parte della squadra che ha assistito i due religiosi, presenta sintomi della malattia.
> IL CASO DELL’INFERMIERA CONTAGIATA/VIDEO
Il governo marocchino ha chiesto di rinviare la Coppa d’Africa di football in programma a gennaio nel Paese, per “evitare assembramenti cui partecipino paesi colpiti dal virus”. Richiesta però non ancora accolta dalla Confederazione africana di calcio (Caf). La Caf non ha precisato se la Coppa d’Africa si terrà sempre in Marocco, annunciando in un comunicato che “la richiesta presentata da parte del Marocco sarà discussa durante la prossima riunione del Comitato esecutivo del Caf, in programma il prossimo 2 novembre ad Algeri”.
Il governo canadese ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare i Paesi più colpiti dall’epidemia di Ebola, prendendo allo stesso tempo misure per controllare ai suoi confini gli ingressi da questi stessi Stati. “Stiamo chiedendo ai canadesi che vivono in Sierra Leone, Guinea e Liberia di prendere in considerazione di lasciare questi Paesi con voli commerciali finchè questi sono ancora disponibili”, ha detto il ministro della Sanità Rona Ambrose.
Il Fondo monetario internazionale si è detto “pronto a fare di più se necessario” per la Guinea, uno dei tre Paesi africani più colpiti dall’epidemia di Ebola. L’annuncio arriva dal suo direttore Christine Lagarde dopo una riunione ieri con il presidente della Guinea Alpha Condè. L’Fmi ha “già dato 41 milioni dollari alla Guinea” nel quadro di un piano di emergenza, “siamo pronti a fare di più se necessario”, ha annunciato Lagarde in un comunicato.