Il mestiere di Sabina Guzzanti? La provocatrice. Ma c’è forse una strategia pubblicitaria e di marketing dietro il tweet di oggi pomeriggio che ha fatto indignare molti e che avrà numerosi strascichi.
È così che la Guzzanti, regista de #Latrattativa, ha commentato su Twitter la decisione della Corte di Assise di Palermo di vietare agli imputati Totò Riina, Leoluca Bagarella e Nicola Mancino, ex ministro, di assistere alla deposizione del Capo dello Stato, nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia, fissata al Quirinale per il 28 ottobre.
Che si sia trattato di una mera strategia di marketing – pare che poca gente si sia recata al cinema a vedere il film – si capisce anche da altri due tweet della regista: “Andate a vedere #latrattativa e capirete perché i traditori nelle istituzioni fanno più schifo dei mafiosi o perlomeno stanno alla pari”.
E ben sapendo che sarebbe stata al centro delle critiche, Sabina Guzzanti ha messo le mani avanti:
Possibile che qualcuno, invece, la pensi diversamente da lei?
A dare ragione a Sabina Guzzanti, c’è il legale di Totò Riina, Luca Cianferoni: “Ordinanza assurda, la gente ora solidarizzerà con gli imputati. L’apparato ha modi suoi, che sfuggono al senso comune. Il Paese è imbarazzato da questo processo”.
La regista, dopo un’intera giornata di polemiche, termina con un altro tweet con una piccola marcia indietro (polemica): “Sono pentita ogni tanto mi dimentico di vivere in un paese di ipocriti collusi e parlo come se mi rivolgessi a persone libere”.