Ha solo sei mesi di vita e ha deciso di morire “con dignità, alle mie condizioni”. La storia di Brittany Maynard, una 29enne di San Francisco malata terminale di cancro al cervello, ha commosso gli Stati Uniti: la ragazza ha deciso di optare per il suicidio assistito in quanto l’unica sua aspettativa sarebbe quella di effettuare un ultimo trattamento che non le salverebbe la vita, ma le procurerebbe soltanto dolore e un declino tangibile delle sue capacità intellettive.
“Chi ha il diritto di decidere che merito di soffrire enormemente per settimane o per mesi?”. Brittany si recherà il 1 novembre in Oregon, dove il suicidio assistito è legale dal 1997, per ottenere la prescrizione dei farmaci necessari alla “dolce morte”: il giorno prima, il 30 ottobre, festeggerà il compleanno del marito Dan, che la sostiene in questa sua estrema scelta.
Nel frattempo, la ragazza trascorre le sue ultime giornate in vita aiutando i pazienti dell’associazione “Compassion & Choices”, che si occupa di malati terminali in California, Connecticut, Colorado, Massachusetts e New Jersey, mentre porta avanti la sua campagna “Brittany Maynard Fund”, chiedendo che anche altri Stati diano il via libera per il suicidio assistito.
“La mia famiglia ha dovuto affrontare enormi cambiamenti e sacrifici per permettermi di porre fine alla mia vita con dignità – ha spiegato Brittany – come trovare un nuovo posto dove vivere e una nuova casa. Ma ci sono tantissimi americani che non hanno la possibilità o il denaro per fare lo stesso, e questo non è giusto”.