A venticinque anni di distanza dal rapimento e l’omicidio di Paolo Letizia, fedele al boss della Camorra Antonio Bardellino, la Direzione investigativa antimafia sta notificando a esponenti di vertice del clan dei Casalesi, tutti già detenuti, una misura cautelare emessa dal gip di Napoli.
Letizia scomparve la sera del 19 settembre 1989, e per gli inquirenti quel caso è legato ad una sorta di “pulizia etnica” che il clan dei Casalesi stava facendo intorno ai fedelissimi del boss e dei suoi familiari.
Ventunenne al momento della scomparsa, Letizia era figlio di un imprenditore di Casal Di Principe ed è stato sequestrato da tre uomini un anno dopo la morte in Brasile del boss Bardellino, episodio che segna appunto l’ascesa dei Casalesi. Il ragazzo era amico di Francesco della Corte, ora collaboratore di giustizia, esponente di vertice della cosca casertana, uno dei sicari del clan. Il caso di Letizia era stato chiuso otto mesi dopo la scomparsa, archiviato, nonostante la testimonianza di una donna che riportava l’episodio a un fatto di matrice camorristica. La Direzione distrettuale antimafia partenopea ha riaperto il caso a marzo scorso.