Juventus – Roma è di nuovo questione di centimetri. Centimetri che faranno discutere per chissà quanto tempo. Centimetri come quelli del 1981, l’anno del famoso gol-no gol di Turone e di una decisione che ha spostato lo scudetto verso Torino. I più grandi ricordano ancora quel 10 maggio.
Al Comunale di Torino si sfidavano la Juve di Boniperti e Trapattoni e la Roma di Dino Viola e Nils Liedholm. Cross di Conti, sponda di Pruzzo, colpo di testa di Turone e parata di Zoff sulla linea. La palla è entrata, anzi no, non è gol. C’era fuorigioco? Quanti dubbi sul filo dei centmetri. L’arbitro Bergamo va in confusione, il guardalinee Sancini lo convince ad annullare. Finì 0-0 e la Juve vinse il campionato con due punti di vantaggio sulla Roma. Nasce allora l’esigenza di una “moviola” in campo.
Sarebbe servita anche ieri, la moviola. La Tv ha dimostrato che i due rigori della Juve non andavano assegnati perché entrambi i falli (e il primo è davvero presunto) avvengono fuori area. Questione di centimetri ma avvengono fuori area. Decisioni difficilissime per l’arbitro Rocchi che però ha la colpa – grave, questa sì – di non sapere governare la situazione. Dà sempre l’impressione di essere incerto e di voler compensare la decisione precedente.
Senza il primo rigore alla Juve, avrebbe fischiato il rigore a Totti? Se la Juve non fosse stata sotto 1 a 2, avrebbe fischiato il terzo rigore in appena un quarto d’ora? Tutte domande che tormentano da ore i tifosi giallorossi e che hanno di nuovo avvelenato l’aria del campionato di serie A, scatenando l’ironia (spesso geniale) del web e rilanciando il malanimo di chi da anni vede nella Juventus il simbolo di un potere capace di condizionare gli eventi e ponendo dubbi anche sulla designazione: perchè Rocchi e non Rizzoli, l’arbitro della finale mondiale che invece ha diretto un anonimo Empoli – Palermo a ora di pranzo?
Juventus – Roma diventa dunque la partita dei veleni, non la bella ed emozionate sfida tra due squadre che stanno rappresentando il calcio italiano con dignità anche sul fronte europeo. Il tecnico Garcia ha scelto la strada dell’ironia, che spesso è più efficace, ma il capitano Totti che ha vissuto tantissime sfide sull’asse Torino – Roma ha gettato benzina sul fuoco. “Non siamo stati battuti dalla Juve. Dall’arbitro? Ripeto, non dalla Juve. I bianconeri dovrebbero fare un campionato a parte perché tanto, con le buone o con le cattive, vince sempre”. E anche sui quotidiani di oggi ci sono titoli al veleno che spesso risentono dell’influenza geografica o politica della testata
Campionato falsato, come titola il Corriere dello Sport? Forse no, perchè siamo solo alla sesta giornata di campionato e il divario di tre punti è sicuramente recuperabile. Ma è una gara che avrà uno strascico di settimane, se non di mesi, e penalizza – dal punto di vista dell’immagine sportiva – anche la Juve di Allegri che al di là degli episodi si conferma squadra solida, con carattere e con qualche campione che può fare la differenza. Come del resto anche la Roma.
Le polemiche infinite della partitissima di Torino coprono quasi del tutto gli altri aspetti tecnici della sesta giornata, a cominciare dalla crisi grave dell’Inter che dopo i 4 gol del Cagliari subisce anche tre reti dalla Fiorentina e scende al decimo posto. Mazzarri non ha più argomenti, nemmeno nel dopo partita. E il presidente Thohir è piuttosto sconcertato, la sua presidenza sembra cominciare come quella di Moratti, con tante delusioni (ma anche meno investimenti). Il Napoli mette ko il Toro 2-1 in rimonta e prova a guardare con ottimismo al futuro: la squadra è ancora un cantiere ma almeno la zona Europa dista un punto. La Samp, creazione geniale dell’eccentrico Ferrero, vince ed è terza davanti all’Udinese, che pareggia (anche qui un rigore assurdo, per il Cesena, al 94′). Potrebbero essere loro, Samp, Udinese e magari anche il Verona, le terza forze del campionato?