“Il Tfr in busta paga è previsto che si farebbe su base volontaria”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
Il responsabile del Viminale ha precisato che sul lavoro serve riforma seria, non “brodosa”. “Siamo stati i primi a sostenere che è fondamentale la riforma del lavoro, ora però non facciamo una roba brodosa che non conclude niente – ha insistito – ma una seria che tolga lacci e lacciuoli agli imprenditori e dia una risposta a tanti giovani senza lavoro”.
Quella che si apre oggi è una settimana cruciale per il cammino del Jobs Act in Parlamento. Domani l’esecutivo vedrà i sindacati e, subito dopo , le imprese. Sono infatti state convocate a Palazzo Chigi Confindustria, Rete imprese Italia e Alleanza cooperative.
E puntuali arrivano le critiche da parte del leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo.
“Il Tfr in busta paga – scrive sul suo blog – è come ‘La corazzata Potëmkin’ di Fantozzi, una cag*** pazzesca, una fregatura per lavoratori e imprenditori, con l’unico scopo di incrementare il gettito fiscale e strappare un giorno in più al tracollo del sistema. L’ebetino di Firenze ha vissuto solo di politica e si vede. Forse non sa che molte aziende già si indebitano per pagare le tredicesime e che contano nel Tfr per fare piccoli investimenti che rendono più sicuro il lavoro stesso dei propri dipendenti. Per quale motivo mai inoltre gli imprenditori privati dovrebbero avere i soldi per farlo e l’amministrazione pubblica no non riesce a spiegarlo nemmeno l’ex-sindaco di Firenze”.
Grillo pubblica quindi un post di Beppe Scienza, docente dell’ateneo di Torino, che “illustra brevemente 7 motivi per cui questo provvedimento è solo un atto di disperazione che allontana una ripresa ormai impossibile”.