Colpo a un clan emergente nel Messinese. Sei persone sono state arrestate dai carabinieri a Milazzo (Me) e in altri comuni della zona tirrenica, tra Rometta, Spadafora, Villafranca e Saponara. Cinque degli arrestati si trovano in carcere, uno ai domiciliari.
L’elenco degli arrestati:
- Santamaria Francesco, classe 1971 di Rometta, pregiudicato, promotore del clan e noto come il “padrino” per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in porto abusivo di armi da fuoco, danneggiamento, in carcere.
- Smedile Domenico, classe 1967, di Spadafora, pregiudicato, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in porto abusivo di armi da fuoco, danneggiamento e rapina, in carcere.
- Mavilia Sergio, classe 1986 di Rometta ma di fatto domiciliato in Villafranca Tirrena, pregiudicato, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in porto abusivo di armi da fuoco, danneggiamento, incendio boschivo e furto in abitazione, in carcere.
- Talarico Tindaro, classe 1976 di Spadafora, pregiudicato, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, già agli arresti domiciliari per reati non connessi, in carcere.
- Corrado Pasquale, di Augusta classe 1976, di fatto domiciliato in Villa San Giovanni, pregiudicato, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in porto abusivo di armi da fuoco, furto, gia’ sottoposto all’obbligo di firma per reati non connessi, in carcere.
- Fassi Elvira, classe 1993, di Villafranca Tirrena, per i reati di incendio e furto, agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
TUTTE LE FOTO DEGLI ARRESTATI
I sei esponenti del nuovo clan, molto vicino al clan di Barcellona Pozzo di Gotto, sono accusati di associazione mafiosa, estorsioni, rapine, incendi boschivi, detenzione illegale di armi ed altri delitti aggravati dalle modalità mafiose.
Attraverso atti intimidatori, rapine e furti, il nuovo clan tentava di imporre il proprio predominio nella fascia tirrenica del Messinese.
Personaggio di spicco, secondo gli investigatori Francesco Santamaria, il “padrino” per gli appartenenti al gruppo. Secondo gli investigatori era il capo dell’organizzazione e in più occasioni sarebbe intervenuto per mettere fine a faide interne al gruppo, convocare riunioni e impartire disposizioni su attentati e danneggiamenti.
“Il Padrino” si comporta come tale, convocando riunioni degli appartenenti, nel corso delle quali da ordini e disposizioni sia di natura “operativa” (attentati, danneggiamenti) sia di natura “strategica”(organizzare e pagare la difesa legale di uno dei membri arrestati).