È saltato l’incontro al Ministero dello Sviluppo economico in cui si doveva affrontare la vertenza Accenture. Lo rende noto la Fistel Cisl. Un duro colpo per i 262 dipendenti della società di call center che temono di perdere il lavoro per la decisione di British Telecom di recedere anticipatamente dal contratto con Accenture. Da due settimane i lavoratori del call center occupano l’azienda e uno degli operatori ha addirittura iniziato lo sciopero della fame.
Negli ultimi incontri nazionali le aziende hanno proposto una possibile ricollocazione del 70% del personale in una azienda di Britsh Telecom e il restante 30% in una società di Accenture, vincolando l’accordo a un abbassamento dei livelli retributivi e alla sottoscrizione di verbali di transazioni individuali per tutti i 262 lavoratori, con rinuncia di rivalsa per il precedente rapporto di lavoro. “
Il sindacato – dice Antonio Vitti, delegato della segretaria nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni – chiede un intervento fattivo del governo Renzi, affinché si arrivi a una soluzione che preveda la tenuta dei livelli occupazionali, con una prospettiva di rilancio del centro di Palermo”. “Non è possibile che i lavoratori – conclude Vitti – debbano vivere in una continua condizione di incertezza, ricordiamo che già nel 2012 era stato sottoscritto un accordo con l’azienda, approvato in assemblea dai lavoratori, per una rinuncia cospicua del proprio salario e contratti di solidarietà, affinché si mantenessero i livelli occupazionali ed un rilancio del centro operativo di Palermo”.
“Nonostante la vertenza non rientri nell’ambito delle mie deleghe ribadisco il mio impegno e l’ampia disponibilità del Ministero ad intervenire nuovamente per quanto di sua competenza. L’auspicio è che quanto prima le parti, ricorrendo alle competenti sedi istituzionali regionali e confindustriali, trovino l’accordo utile a consentire la convocazione di un conclusivo tavolo ministeriale, che determini la salvaguardia dei posti di lavoro del sito di Palermo”, ha dichiarato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, senatrice del Nuovo Centrodestra Simona Vicari.