Gli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Isis) hanno decapitato quattro combattenti curdi, di cui tre erano donne, catturati durante gli scontri nella zona dell’enclave siriana di Kobane. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che le teste dei miliziani sono state esposte nella città di Jarablis.
Gli jihadisti, ha aggiunto l’Ong basata a Londra, continuano ad avanzare da est e ora c’è solo una valle tra loro e Kobane. Dall’avvio dell’offensiva il 16 settembre scorso, l’Isis ha preso il controllo di non meno di 70 villaggi, costringendo 200 mila civili curdi alla fuga.
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Si allarga sempre di più, dunque, il fronte di guerra. E l’allerta è sempre più alto in tutto l’Occidente, Europa e Usa in testa. E l’allerta si sposta anche sul fronte nucleare. “L’Isis, se non contrastato e lasciato proliferare in Iraq e Siria, potrebbe diventare un vero Stato terroristico e arrivare a costituire anche una minaccia nucleare – dice il ministro britannico degli Interni Theresa May – in quanto potrebbe dotarsi di armi chimiche, biologiche o perfino nucleari”.
Le forze aeree britanniche hanno effettuato i primi raid aerei contro gli jihadisti dell’Isis nel nord dell’Iraq. Lo ha comunicato il ministro della Difesa, Michael Fallon, annunciando che i tornado hanno distrutto un deposito di armi pesanti e un veicolo armato di mitragliatrici.
E proprio ieri, il ministro degli Interni italiano, Angelino Alfano, ha detto che “l’allerta per l’Italia è elevata, anzi elevatissima, pur in assenza di una minaccia specifica”.