La ricerca per la cura della cecità sembra fare passi da gigante. Negli ultimi tre anni in Europa e negli Stati Uniti sono state operate un’ottantina di persone che hanno riacquistato la vista.
Nel mondo 39 milioni di persone sono cieche e a soffrire di handicap visivi sono ben 285 milioni. Tra loro c’era, ormai si può usare il passato, Fran Fulton, americana, 66 anni che ha ricominciato a vedere, dopo dieci anni di buio, grazie a un occhio bionico.
Adesso accanto alla sperimentazione scientifica ci sono le testimonianze dei pazienti che hanno subito gli interventi per ricominciare a vedere. “Quando mi hanno acceso, per così dire, sono rimasta senza fiato. Ho dovuto mettermi una mano sul petto, pensavo scoppiasse”, ha raccontato Fran alla Bbc.
L’operazione a cui si è sottoposta Fran è “facile e veloce”. Un paio di ore in sala operatoria, inserimento di elettrodi in corrispondenza della retina compromessa e poi a casa in giornata. Questo intervento si chiama Argus II ed è realizzato dalla società californiana Second Sight.
Una settimana dopo l’occhio bionico viene attivato e il paziente impara a usarlo indossando un paio di occhiali su cui è montata una videocamera simile a quella degli smartphone. L’immagine viene trasmessa a un computer tascabile, che può essere tarato dal paziente per luminosità e contrasto. I segnali vengono poi inviati wireless al ricevitore e quindi a un chip che stimola la parte ancora sana della retina. Il risultato è un’immagine in bianco e nero a bassa risoluzione, l’equivalente di 60 pixel, e il cervello deve abituarsi a interpretarla con la riabilitazione visiva.
Non sarà come ricominciare a vedere ma il buio viene sostituito dai chiaroscuri. Fran non potrà mai leggere né vedere i lineamenti delle persone, ma si immagina già a giocare con i nipoti, anche a nascondino.