Dirty dancing ci ha fatto sognare e ci conquista ogni volta che va in onda, con il sogno romantico di un’adolescente bruttina che conquista un animatore romantico tutto muscoli. Poi è arrivato Dirty dancing 2 e la storia è cambiata: bruttina lei e bruttino lui, lei più alta di lui, un finale (ATTENZIONE, SPOILER!) agrodolce, anzi proprio amaro, sulle note di “El beso del final” di Christina Aguilera.
Il sequel di uno dei film più amati della storia del cinema – è inutile negarlo – non ha certamente avuto lo stesso successo, anche perché non è proprio un sequel, ma una rivisitazione della storia di Baby e Johnny in chiave cubana.
Durante la rivoluzione comunista guidata da Fidel Castro, una liceale americana, Katey Miller, si trasferisce sull’isola caraibica con la famiglia. Qui incontra il cubano Javier Suarez, cameriere dell’hotel in cui alloggia. Javier è in una difficile situazione economica, così Katey decide di aiutarlo entrando in una competizione di ballo insieme a lui. Il premio consiste in un biglietto per gliStati Uniti e 5.000 dollari.
I due all’inizio hanno qualche problema, lei è molto rigida nei passi, lui è libero, ma il sentimento si infiltra tra di loro. Non vincono la gara, ma il loro amore sboccia in passione, nei giorni in cui l’isola viene liberata. Katie viene però costretta a lasciare Javier e la stessa Cuba. I due si rivedranno? Aspettiamo il sequel del sequel.
Ma non vogliamo bocciarlo del tutto. Soprattutto per le musiche, latino-americane, che fanno venire voglia di ballare ed emozionano. E soprattutto i balli sono più “proibiti” del film del 1987.