Matteo Renzi torna in Italia e, in barba al jet leg, arriva fresco nello studio di Fabio Fazio, per l’esordio stagionale di Che tempo che fa, su Rai 3. Dopo un preambolo sulla politica internazionale – “L’Europa deve tornare a fare l’Europa” e un cammeo ai Clinton “Hanno cambiato la sinistra nel mondo” – arriva il tema caldo, l’immancabile riforma del lavoro: “Quando hai un disoccupato non devi fare una battaglia ideologica sull’articolo 18 ma devi fare in modo che trovi un lavoro”.
“Non cancelliamo l’articolo 18, ma cancelliamo i co.co.co e i co.co.pro. Cancelliamo tutti i contratti che hanno creato il precariato”, è l’annuncio vero di Renzi, che coglio l’occasione per attaccare: “Il sindacato che ci viene a fare lezioni dopo essersi dimenticato dei precari per quarant’anni…”.
Renzi lancia messaggi chiari anche al suo partito: “Capisco che parte della sinistra è affezionata alla memoria, ma la memoria senza speranza è un museo delle cere. La mediazione non si fa tra maggioranza e minoranza del Pd, ma con i lavoratori”. Poi aggiunge: “In Italia no ma in Europa mi considerano di sinistra”.
Poi Renzi fa “l’esempio del telefonino”: “Da quando Apple ha fatto l’iPhone le aziende concorrenti hanno avuto qualche problema. Perchè innovando la Apple ha creato uno strumento che funzione. Con questo voglio dire che non possiamo essere legati ai totem del passato che servono solo a quelli che dicono di essere di sinistra e quindi devono difendere l’articolo 18″.
Il premier poi propone: “Potremmo mettere il Tfr mensilmente in busta paga. Magari è complicato ma si può fare trovando il modo di dare liquidità alle piccole e medie imprese”.