Nelle fila dell’Isis oltre tremila europei | La Gran Bretagna autorizza i raid in Iraq

di Redazione

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Nelle fila dell’Isis oltre tremila europei | La Gran Bretagna autorizza i raid in Iraq

| venerdì 26 Settembre 2014 - 10:21

La lotta contro l’Isis si fa più serrata. La Gran Bretagna dà il via libera ai raid contro l’esercito islamicoLe truppe americane impegnate contro l’Isis in Iraq potranno contare sull’appoggio militare attivo della Gran Bretagna: il Parlamento ha approvato la mozione del governo Cameron: le bombe inglesi potrebbero cadere già nelle prossime ore.

Intanto in Spagna nove presunti membri di una cellula legata al terrorismo islamico dell’Isis e con base in Marocco, a Melilla e nella vicina città marocchina di Nador, sono stati arrestati. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno spagnolo.

L’operazione è stata condotta dagli agenti della polizia spagnola e dai colleghi della polizia marocchina. Tra gli arrestati – 8 di nazionalità marocchina e 1 spagnolo – ci sarebbero arruolatori e combattenti della jihad in procinto di partire per la Siria o l’Iraq o di ritorno dai territori di guerra. Il capo della cellula è il fratello di un uomo che in passato servì l’esercito spagnolo.

Intervistato dalla Bbc il coordinatore europeo contro il terrorismo, Guilles De Kerchove, ha chiarito che sono “più di tremila” gli europei che si sono uniti ai jihadisti dell’Isis in Siria e Iraq. Una stima complessiva, che comprende cioè tanto quelli che sono da tempo nella regione, che quelli che sono tornati in Europa o che sono morti in battaglia.

Il timore è quello che i raid aerei nei due Paesi possano scatenare attentati per rappresaglia in Europa“È stato chiaro con la Francia – dice De Kerchove -. Tre giorni fa l’Isis ha diffuso un comunicato per dire che ci sarebbero state rappresaglie contro la coalizione; e in Algeria è stato rapito un francese e ed è stato decapitato: hanno fatto quel che avevano annunciato”.  Come se non bastasse “la crescita (dell’Isis) potrebbe spingere al-Qaeda a far qualcosa per mostrare che conta ancora”.

Un attacco in Europa “È pre-programmato”, ha detto una fonte vicina al dossier che studia la possibilità di un attacco, “abbiamo segnali chiari che ciò è quanto i combattenti stranieri stanno facendo. È la principale minaccia che ci si pone”.

 

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