Matteo Renzi conclude la sua visita negli Stati Uniti a Detroit, nel quartiere generale della Fiat Chrysler Automobiles ad Auburn Hills, l’edificio più grande degli States dopo il Pentagono. Ad accoglierlo Sergio Marchionne: in conferenza stampa, l’ad di Fca non nasconde la sua ammirazione per il premier: “Di Renzi mi piace il fatto che non ha paura”.
Una cosa da non sottovalutare secondo Marchionne perchè “la sfida per il presidente ha davanti non è per tutti”. Ma quello che Renzi deve affrontare a breve è la discussione sull’articolo 18. Un peso che viene caricato anche dal segretario generale dei Vescovi Nunzio Galatino, a cui il premier risponde da Detroit: “Rispetto ogni tipo di considerazione che venga dalla Cei o da altri”, dice Renzi “A me sta a cuore ridurre la disoccupazione in Italia e per far questo faremo tutto il necessario”.
Mentre Marchionne ha continuato a parlare dell’appoggio a Renzi “per l’agenda di riforme che sta portando avanti”, il presidente del Consiglio ha rassicurato sullo spettro di una spaccature del Pd sulla riforma del lavoro: “Non vedo questo rischio. Io non sono interessato alla discussione tra le correnti politiche, ma a ridurre la disoccupazione. Non mi interessa cosa pensa questo o quell’esponente del mio partito, ma di restituire un pò di lavoro al Nord come al Sud”. Entrambi si sono detti “contrari ai poteri forti”.
Da segnalare uno scivolone dell’ad di Fca. Parlando dei 15 mila dipendenti di Auburn Hill, Renzi ha scherzato: “Qualcuno mandiamolo a Melfi”. Fredda la risposta di Marchionne: “A Melfi ne abbiamo abbastanza”, poi si però si riprende: “Abbastanza per fare quello che dobbiamo fare”.