I 262 lavoratori di Bt-Accenture hanno definito “pirateschi” i principi di accordi che si stanno intavolando tra le due società e i sindacati per salvaguardare i livelli occupazionali del call center.
Come già annunciato al tavolo tecnico al Ministero per lo Sviluppo economico di Roma, le aziende in questione offrono una divisione della popolazione del sito di Palermo tra Bt e Accenture. I 262 precari potranno essere così ripartiti: il 30% coordinato da Accenture e assorbito in HR Service e il restante 70% destinato a Bt, che creerebbe una NewCo.
È questo, in particolare, il punto che ha fatto indignare i lavoratori: “È un’operazione palesemente tesa a creare una scatola cinese, senza dare alcuna garanzia del mantenimento occupazionale futuro che, a detta dell’azienda al tavolo, non è cosa importante”, dicono i lavoratori.
Questi ultimi, al fine di non perdere il loro posto di lavoro, dovrebbero rinunciare, inoltre, a scatti di anzianità e avanzamento di livello lavorativo e accettare ancora una riduzione salariale pari al 20%, “che si aggiungerebbe al 18% già detratto nello scorso dicembre 2012 da Accenture”, spiega Michele Giordano della rappresentanza sindacale Cisl.
“Tutto questo – proseguono i dipendenti a rischio – è puro atto di pirateria. E il governo ad oggi non ha detto una parola e anziché farsi garante della legalità, permette a due multinazionali presenti sul territorio italiano di proporre a cittadini italiani dei ricatti morali e formali, dando inoltre finanziamenti a pioggia da parte del Comune e Regione”.