La Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge sulla regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali. “Si tratta di una giusta mediazione – ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari – tra le varie esigenze che erano emerse nel corso dell’esame parlamentare del provvedimento. Infatti, se da un lato non rappresenta un colpo di spugna rispetto a quanto introdotto con il decreto liberalizzazioni, dall’altro tiene in grande considerazione le esigenze dei piccoli esercizi che lamentavano la necessità di rivedere la normativa vigente”.
Il risultato a cui si è giunti introduce a livello nazionale un numero contenuto di giornate di chiusura obbligatoria, alcune delle quali possono coincidere con le festività nazionali, lasciando però le imprese libere di decidere in maniera autonoma in base alle singole esigenze per altre ulteriori chiusure. “In questo modo – prosegue Vicari – si è evitato che la discussione potesse trasformarsi in una guerra contro la grande distribuzione e che avrebbe prodotto soltanto danni al commercio in generale. Infatti bisogna ormai essere consapevoli che lo sviluppo del commercio via web consente in qualsiasi giorno di effettuare i propri acquisti e quindi la tutela dei piccoli esercizi non può essere affidata semplicemente ad un aumento dei giorni di chiusura e dichiarando guerra alla grande distribuzione”.
È stato anche previsto un Fondo per il sostegno delle micro, piccole e medio imprese del commercio con una dotazione finanziaria di 18 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020. Queste risorse saranno erogate per sostenere le spese sostenute per l’ampliamento dell’attività, per la dotazione di strumentazioni nuove e di sistemi di sicurezza innovativi, per l’accrescimento dell’efficienza energetica, ed anche per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari degli immobili.
“Adesso il passaggio al Senato – conclude il sottosegretario – servirà senza dubbio a migliorare il provvedimento, specie nella parte riguardante gli oneri burocratici previsti a carico delle imprese, che da sempre in Italia rappresentano un freno alla libera iniziativa privata, e che in particolare nelle località turistiche potrebbero rappresentare un ulteriore ostacolo allo sviluppo locale”.