Il parlamentare regionale siciliano Nino Dina, presidente della commissione Bilancio dell’Ars, coinvolto in un’indagine sulla mafia che ieri ha portato a cinque arresti a Palermo, ha annunciato di volersi sospendere dall’Udc: ”Intendo approfondire quanto appreso dalle notizie di stampa – dice – temporaneamente svincolato dall’appartenenza al partito dell’Udc, mettendolo così al riparo da qualsivoglia speculazione”.
Ieri, nell’operazione “Grande passo”, che ha portato all’arresto di cinque tra boss e gregari di Palazzo Adriano e Corleone è saltato fuori il nome del deputato regionale siciliano Nino Dina. “A quanto pare Cosa nostra ha votato per Nino Dina, poi eletto all’Ars con moltissime preferenze proprio nella zona di competenza del clan”, ha detto il Procuratore di Palermo, Leonardo Agueci.
Ma il parlamentare regionale dell’Udc non risulta indagato per voto di scambio. “Si tratta di fatti precedenti alla nuova formulazione del reato di voto di scambio – ha spiegato Agueci – e la vecchia norma prevedeva la contropartita economica che a noi, in questo caso, non risulta”.
Ma ieri il deputato dell’Udc aveva replicato: “Leggo con apprensione e disgusto le notizie che vengono riportate dagli organi di stampa sull’operazione antimafia denominata “Grande Passo” perché mi sento coinvolto mio malgrado in circostanze e fatti destituiti da ogni fondamento. Per di più leggo con maggiore amarezza che vengono travisate e modificate le parole e le dichiarazioni rese dal procuratore della Repubblica Leonardo Agueci che a chiare lettere riferisce di “voti in gran mole andati ad un politico eletto nelle territorio di Palazzo Adriano”, che certamente non sono io che ho ottenuto solo 52 voti”.