La ripresa economica mondiale procede “incerta”; la crescita è al di sotto della velocità necessaria per creare i necessari posti di lavoro; “restano rischi al ribasso”. Sono queste le conclusioni che i leader del G20 riuniti a Cairns, in Australia, hanno messo nero su bianco nel comunicato finale di un vertice in cui sembra evidente che i rischi per l’economia globale in questi ultimi mesi siano cresciuti.
“L’Europa deve aumentare la domanda nel breve termine”, ha detto il segretario al Tesoro americano Jack Lew, per il quale “la crescita globale è insufficiente”.
Al centro del dibattito rimangono le misure per rafforzare la crescita economica del 2% in 5 anni; intanto i leader dell’economia chiedono una politica monetaria per affrontare la deflazione.
Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, commenta il comunicato del G20 affermando l’esigenza di “promuovere politiche economiche che contribuiscano a una ripresa più forte e alla creazione di posti di lavoro”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan spiega che “l’economia italiana è ancora in recessione, tecnicamente parlando, a causa della crescita negativa, ma questa sta finendo e ci aspettiamo una crescita positiva a partire dal prossimo anno”.
Ma al G20 si è parlato anche dei costi umani dell’Ebola e per il potenziale serio impatto sulla crescita e sulla stabilità delle economie colpite. Si è ribadita ancora una volta la necessità di una risposta internazionale coordinata. Allo stesso modo anche sul tema dell’evasione fiscale. Il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria ha illustrato un piano che intende colpire soprattutto quelle multinazionali, come Google, Apple e Amazon, che utilizzano strategie fiscali per eludere il fisco nazionale.