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Bufera sul lavoro, Cgil: “Basta insulti” | Madia: “Reazione inspiegabile del sindacato”

Tra governo e Cgil è guerra aperta. Il campo di battaglia è quello della riforma del Lavoro, la lotta è per l’articolo 18. Il segretario del sindacato ha accusato Matteo Renzi di ragionare come la Thatcher, lui ha risposto: “In questi anni i sindacati che hanno fatto?” e poi è arrivata la raffica di tweet contro il presidente del Consiglio, al suon di hashtag: #fattinonideologia.

In primis, la Cgil sostiene che Renzi stia insultando il sindacato. Il tono però può sembrare distensivo con l’aggiunta del “Discutiamone”. In realtà la Camusso e i suoi ribadiscono che per loro il lavoro di Renzi non funziona.

La reazione del governo è dura. A intervenire è il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia: “La reazione del sindacato mi stupisce. Se parliamo di quello che c’è nel disegno di legge ci accorgiamo che abbiamo il salario minimo, le tutele per le madri, gli ammortizzatori sociali. Noi siamo contro lo spezzatino di contratti a cui sono sottoposti i giovani. Noi abbiamo dato subito 80 euro netti in busta paga a chi guadagna meno di un certo tetto. Queste sono le cose che il sindacato avrebbe dovuto chiedere no avversare”.

Contro la Cgil si scaglia anche la Cisl, con il segretario Raffaele Bonanni: “Io sono quasi imbarazzato perché non si è arrivati davvero ad una discussione» laddove lo scontro «tra Renzi e la Cgil è tutta una vicenda di partito. Camusso ha sbagliato, un sindacalista non si deve mettere nei meccanismi di partito. Questa storia ci sta portando alla rovina, non va bene”.

Intervento soft anche del presidente della Camera Laura Boldrini: “Mi auguro che da questo scontro anche aspro si arrivi ad una tutela effettiva dei lavoratori, sia di quelli più garantiti, sia dei precari. Soprattutto di quelle donne che per troppo tempo hanno dovuto scegliere tra maternità e lavoro”.

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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