Sono passati otto giorni da quando sono stati trovati nelle campagne abruzzesi i resti di un orso bruno marsicano e oggi pomeriggio è arrivata un’importante svolta nel caso. A.C., 61 anni, residente a Pettorano sul Gizio (L’Aquila), già indagato, davanti agli indizi raccolti dalla polizia, ha confessato tutto.
L’attività di ricerca degli indizi, svolta negli ultimi due giorni dal Corpo forestale dello Stato nella pertinenza dell’indiziato con il sequestro delle armi e delle munizioni ha fatto desistere l’uomo nel mantenere un atteggiamento reticente.
Nel pomeriggio il 61enne, assistito dall’avvocato di fiducia, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti ed ha reso spontanee dichiarazioni davanti al pubblico ministero, assumendosi la responsabilità di aver causato, accidentalmente, la morte dell’orso. La versione del fortuito colpo di arma da fuoco esploso dall’uomo nella notte dell’ 11 settembre, dovrà essere confrontata con il quadro probatorio ricostruito dalla polizia giudiziaria.
Per il gesto commesso l’indagato rischia una condanna da 4 mesi a 2 anni per l’uccisione dell’animale. I reati che gli vengono attualmente contestati dalla Procura di Sulmona sono di uccisione di animali e violazione delle norme sulla caccia. Alcuni giorni prima della morte dell’animale l’uomo aveva subito danni alla sua proprietà e ai suoi animali da parte di un orso.
All’uomo sono stati sequestrati sei fucili a canna liscia e due a canna rigata che sono stati lasciati, almeno per il momento, in casa del possessore.