“Ebola non è solo un’epidemia e un’emergenza sanitaria, ma è una crisi umanitaria, sociale, economica, e una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”. Lo ha detto il direttore dell’Oms, Margaret Chan, al Consiglio di Sicurezza Onu.
“Per contrastare la diffusione del virus – ha aggiunto il coordinatore delle Nazioni Unite per l’emergenza, David Nabarro – serve una risposta internazionale 20 volte maggiore di quella attuale”.
Il Parlamento Ue in una risoluzione, approvata oggi per alzata di mano, ha definito l’Ebola un problema di “sicurezza globale con l’urgente necessità di risorse e di capacità operativa”, l’epidemia che sta spezzando l’Africa ha toccato anche la Liberia, Guinea, Nigeria e Senegal.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità i contagiati sono saliti a 5.357, senza nessun segnale di diminuzione. Anzi: il bilancio molto probabilmente è sotto stimato. Ogni giorno si ammalano più di 20 persone.
In Sierra Leone l’epidemia è fuori controllo. Da domani il paese sarà fermo per tre giorni, uno ‘shutdown’ deciso per permettere ai volontari e ai medici di individuare i malati o i casi sospetti. Negozi chiusi, strade bloccate, ma il tempo servirà anche per distribuire un milione e mezzo di saponette nel tentativo di circoscrivere il contagio e rallentare il focolaio del virus.
E intanto una nuova minaccia arriva dall’Isis. Nel giorno in cui è stato diffuso il video del prigioniero britannico John Cantlie, il Site – il sito di monitoraggio dell’integralismo islamico in Rete – ha annunciato che gli jihadisti starebbero valutando l’ipotesi di usare il virus come un’arma. “Affiliati dello Stato islamico discutono online sull’ipotesi, per i miliziani e i ‘lupi solitarì, di diffondere il virus ebola in Usa e nelle altre nazioni coinvolte nella Coalizione anti-Isis” è stato riferito dal Site.