Esercitavano un forte ascendente sui ragazzi frequentatori delle palestre perquisite ed erano considerati veri e propri “maestri” i quattro body builder indagati nell’ambito dell’operazione “Big Bull”, dal soprannome di uno di loro, dei carabinieri del Nas di Perugia per un traffico di anabolizzanti e farmaci considerati stupefacenti.
Un’attività che ha impegnato oltre 200 militari, anche dei reparti territoriali, tra il capoluogo umbro, Terni, Siena, Massa, La Spezia, Roma, Bologna e Milano. Eseguite 34 perquisizioni – disposte dalla procura perugina – presso il domicilio degli indagati e degli atleti-acquirenti, che hanno portato al sequestro di oltre 4 mila pasticche, mille fiale e migliaia di confezioni di medicinali ad azione anabolizzante. Tra questi testosterone, farmaci per la tiroide e per il diabete per un valore di circa 200 mila euro.
I carabinieri hanno anche scoperto a Spoleto un garage in cui erano accatastate migliaia di confezioni di anabolizzanti e farmaci ritenuti stupefacenti, come il nandrolone, risultati nella disponibilità di un body-builder spoletino di 35 anni che è stato arrestato. L’indagine è stata avviata nel 2013 e ha permesso ai carabinieri del Nas di Perugia, comandati dal capitano Marco Vetrulli, di scoprire quello che è considerato un ingente traffico di anabolizzanti e stupefacenti. Gli investigatori ritengono che a gestirlo siano stati quattro “noti” body-builder e preparatori di fama internazionale, risultati iscritti all’Ifbb (Italian federation of body builders), residenti tra Perugia e Massa.
Dagli accertamenti è emerso che gli indagati reperivano i farmaci, per lo più steroidi e stupefacenti, attraverso farmacie “compiacenti”, su internet e sul mercato estero per venderli successivamente ad atleti professionisti che alteravano illegalmente le prestazioni sportive in gara. Ai ragazzi che li consideravano “maestri” – hanno spiegato i carabinieri – fornivano oltre ai farmaci anche consigli sulle modalità di assunzione e posologia. In alcuni casi è stato accertato che “prescrivevano” pericolosi dosaggi molto elevati, insieme a diete alimentari.
Il Nas ha poi accertato che l’approvvigionamento dei farmaci dopanti e stupefacenti avveniva dietro presentazione di false ricette mediche a farmacie “amiche”, ma soprattutto tramite acquisti internet dalla Gran Bretagna da dove giungevano plichi postali privi del mittente, che i carabinieri di Perugia hanno intercettato e sequestrato rinvenendo all’interno 16 diverse sostanze vietate tra la quali anche alcune inserite nella legge sugli stupefacenti.
I farmaci utilizzati – è stato sottolineato ancora dagli investigatori – favoriscono l’aumento della massa muscolare, ma hanno “conseguenze anche molto gravi” sulla salute di chi li utilizza, provocando acne, ginecomastia, ritenzione idrica, malattie cardiovascolari, patologie tumorali, impotenza, alopecia prematura ed in alcuni casi possono condurre alla morte.