Arresti e sequestri a carico del clan Lo Russo a Napoli e provincia. I carabinieri stanno eseguendo una misura cautelare in carcere emessa dal gip partenopeo a carico di una trentina persone ritenute affiliate al clan dei cosiddetti “capitoni” del quartiere di Miano, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 10 milioni di euro. I Lo Russo controllano piazze di spaccio che comprendono i quartieri di Marianella, Miano, Chiaiano e alcuni comuni della zona.
L’indagine del Nucleo investigativo di Napoli con la compagnia Vomero ha dimostrato come il clan Lo Russo decimato da arresti e pentimenti, nonostante il 15 aprile di questo anno sia stato preso in Spagna il reggente Antonio Lo Russo (figlio del boss collaboratore di giustizia Salvatore e noto alle cronache per essere stato fotografato a bordo campo al San Paolo a seguire una partita del Napoli poche settimane prima di diventare un latitante), si fosse riorganizzato, continuando a gestire importanti piazze di spaccio.
“È con grande soddisfazione che accolgo il successo della complessa indagine investigativa, eseguita dal comando provinciale dei Carabinieri di Napoli e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha stroncato il pericoloso tentativo di riorganizzazione del clan Lo Russo”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo il blitz anticamorra.
“La lotta al crimine organizzato – prosegue il ministro – passa anche attraverso lo smantellamento delle reti d’affari legate specialmente al mondo della droga. Il contrasto a queste ramificazioni mira a sottrarre linfa vitale al crimine e ne indebolisce le infiltrazioni nel tessuto economico e sociale. Questo il grande risultato raggiunto, infatti, dall’operazione di oggi, che ha bloccato un vasto traffico di sostanze stupefacenti, ha consentito il sequestro di consistenti quantitativi e ha portato all’arresto di trentaquattro persone, nonché di pusher in flagranza di reato. Lo Stato c’è e – grazie al capillare controllo del territorio – rinsalda il rapporto di fiducia che lega i cittadini alle istituzioni”.