La Polizia ha eseguito una serie di arresti nei confronti di italiani, rumeni e albanesi coinvolti secondo le indagini in un vasto traffico di droga, armi e euro falsi che dall’Albania raggiungevano la Sardegna e il nord Italia.
I provvedimenti sono complessivamente 28 – sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari, 13 obbligo di dimora e due obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, mentre 30 sono gli indagati.
Un nuorese e sei albanesi sono finiti in carcere mentre altri sei nuoresi, tutti pregiudicati, sono stati condotti agli arresti domiciliari. Tredici persone sono state sottoposte alla misura cautelare dell’obbligo di dimora mentre ad altre due è stato imposto di presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria. Fra gli arrestati anche due donne. Uno degli albanesi finiti in manette dovrà rispondere pure del reato di detenzione e trasporto illecito di armi da guerra. A tre degli arrestati è stato contestato il reato di spendita di monete false.
Gli arresti, nell’ambito dell’operazione denominata “Cassiopea” iniziata nel 2001, sono stati eseguiti nelle province di Nuoro, Sassari e Brescia e in Romania in collaborazione con la polizia romena.
Le direttrici d’importazione degli stupefacenti erano l’Emilia Romagna e le città di Milano e Brescia. Dall’Albania arrivavano decine di chili di cocaina, hashish e marjiuana e alcuni degli arrestati albanesi erano in affari anche per importare in Sardegna fucili da guerra Ak-47 Kalashnikov, notevoli quantità di euro falsi e eroina.
La droga veniva spacciata principalmente a Nuoro, Olbia, Macomer, nei centri costieri da Siniscola a Posada e lungo la costa sino a Golfo Aranci e La Maddalena. Da Nuoro, Olbia e Macomer – sempre secondo la ricostruzione della Mobile – lo stupefacente raggiungeva poi l’intera provincia.
Gli albanesi avevano a disposizione partite di cocaina pura fra il 45% e il 60% e capace di rendere sul mercato sino a cinque volte tanto mentre l’hashish era del tipo “skunk”, il più ricercato.