Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è arrivato a Palermo. Il premier ha voluto inaugurare l’anno scolastico presso la scuola intitolata a don Pino Puglisi nell’anniversario della sua uccisione. Una scelta dall’alto valore simbolico, che vuole essere una conferma dell’impegno del governo nei confronti della lotta alla mafia. Mentre i ministri sono tornati tra i banchi delle scuole che hanno frequentato.
“Oggi – ha esordito – si inaugura l’anno scolastico e oggi Brancaccio è la Capitale d’Italia”. “L’esempio di padre Puglisi – ha aggiunto – la forza delle sue parole e del suo coraggio, quel suo ‘se qualcuno fa qualcosa’, quella testimonianza giunta dalle istituzioni e dalla chiesa, con papa Giovanni Paolo II ad Agrigento, hanno rimesso in campo quella partita che sembrava che sconfitta” contro la mafia.
Un coraggio che don Pino Puglisi ha dimostrato fino all’ultimo, nonostante temesse per la propria vita.
“Lo Stato – ha continuato Renzi – deve difendere le persone più brave che ha, ma se siamo qui oggi è perchè quel seme ha dato il suo frutto. La mafia è ancora forte non solo a Palermo anzi soprattutto al Nord per le sue connessioni economiche. Ma noi siamo qui per fargli abbassare la testa. La combatteremo fino in fondo. La combatteremo a partire dalla scuola e non ci fermeremo fino a quando sarà sconfitta. E lo sarà”.
Renzi ha ricordato che il giorno dell’uccisione di Padre Puglisi era ancora un ragazzo. “Quando fu ucciso fu un colpo terribile – ha detto -. Avevo finito il liceo, me la stavo spassando perchè prima di andare all’università c’è un lungo periodo di divertimento. Poi è arrivata la notizia da Brancaccio che dava il segnale non solo che era finita l’estate ma che non c’era più speranza. In quel periodo la mafia aveva colpito anche Firenze e sembrava che la partita fosse finita. Ma non è stato così, la battaglia è stata combattuta e lo Stato è più forte, anche grazie a Padre Puglisi”.
“Per due mesi – ha proseguito Renzi parlando dell’attuale sistema scolastico e delle riforme in agenda– abbiamo preparato un metodo diverso, con il programma ‘la buona scuola’. Se vuoi fare la riforma della scuola, intanto ascolta chi alla scuola dedica tanto tempo, le donne e gli uomini che vi lavorano, gli insegnanti”.
E per quanto riguarda i docenti precari, il premer ha chiarito che “Tutti coloro i quali hanno assunto un diritto, vale a dire quelli che fa parte delle graduatorie a esaurimento, saranno assunti nel settembre 2015 con il nuovo anno scolastico. Noi chiediamo di cambiare le regole del gioco e diciamo loro – ha aggiunto – che siamo disponibili a portarvi dentro la scuola in modo definitivo e a finire con la ‘supplentite’, che è stata una delle malattie della scuola. Voi aiutateci però a valorizzare il merito, che non è una parolaccia. Non possiamo dire agli insegnanti che sono tutti uguali: ci sono insegnanti particolarmente bravi e meritano tutto il nostro appoggio e la stima, mentre quelli che sono un po’ meno bravi vanno aiutati con la formazione permanente a fare meglio”.
Renzi si è concesso anche qualche minuto per “giocare” con gli alunni. “Se vi dico Italia – ha detto – qual è la parola che vi viene in mente?”. Un ragazzino ha risposto “Alè” e Renzi scherzando ha replicato “Se dicevi Forza si andava su tutti i giornali”.
All’arrivo del premier Matteo Renzi, gli allievi dell’istituto hanno intonato l’inno di Mameli. All’ingresso uno striscione con scritto “Welcome” e uno con scritto ”Il pizzo, il Bullismo degli adulti, Gli angeli della legalità”. Un palco è posizionato proprio sotto l’effige che ritrae Don Pino Puglisi.
Non solo applausi. Esponenti di diverse categorie hanno atteso il premier e stanno manifestando il proprio disagio, dai docenti vincitori di concorso ma rimasti senza cattedra agli operai edili che rivendicano il rispetto dei patti circa l’utilizzo del 30% di manodopera locale sino agli addetti del call center Accenture. Dalla folla si è levato il grido “Buffone! Buffone!”. Un grosso manifesto recita “Fuori la casta”, mentre alcuni ragazzi hanno urlato “No alla riforma della scuola”, “Presidente vai via”.
Ad accogliere il premier anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Sono particolarmente legato a questa scuola che realizzammo 14 anni fa – ha detto – e ricordo con emozione la sua inaugurazione, alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, dedicandola a Don Pino Puglisi che l’aveva chiesta con tanta forza. Oggi si ribadisce con forza la centralità della scuola e lo stretto legame tra istruzione e legalità, a partire da un quartiere, da una città, che ha consapevolezza e testimonia che la mafia ha paura di una scuola e di una cittadinanza responsabile, anche più della legge e del carcere. La formazione dei giovani, la confisca dei patrimoni illeciti sono il binario di un incisivo contrasto al potere mafioso, sono i pilastri per affermare la legalità dei diritti di tutti e di ciascuno”.
Lasciata la scuola di Brancaccio, Renzi si è diretto a Mondello per visitare l’azienda di marketing virale Mosaicoon. “Non credete – ha detto – a chi dice che qui non si può far niente. Qui c’è l’azienda più innovativa d’Italia, e noi andiamo a salutarli”.
“La presenza di Renzi – ha commentato l’ad Ugo Parodi Giusino – è un segnale di attenzione per chi investe e fa start up al Sud. Siamo molto contenti della presenza del premier nella nostra terra. Abbiamo un organico di 60 dipendenti, in media under 28 e anche se le nostre sedi sono a Roma, Milano, Londra, l’azienda è nata qui e qui restiamo. Un consiglio ai giovani siciliani: restate qui e investite. È bello che le nuove generazioni possano riappropriarsi di questa terra senza chiederlo alle vecchie”.
“Il Sud – ha detto Renzi – per me non è soltanto un elenco di problemi. Quando sono stato a Napoli ho visitato una società all’avanguardia nel settore dell’innovazione degli elicotteri. Quando sono andato, due giorni fa, a Bari ho inaugurato un’azienda che ha trecento persone che lavorano nel settore aerospaziale e, oggi, vado in quella che è stata premiata come la migliore start-up d’Italia. Perchè a Palermo, a Bari, a Napoli si possono fare straordinarie realtà d’impresa e questo è il nostro obiettivo: riuscire a valorizzarle e a dire grazie a quei ragazzi e ragazze che ci provano. L’Italia è un Paese meraviglioso e lo riporteremo dove deve stare, alla guida dell’Europa”.