La peggior ipotesi si è avverata: in Parlamento non si arriva a un accordo sui nomi per l’elezione dei membri mancanti alla Corte Costituzionale e al Consiglio superiore della Magistratura. Il ritiro di Antonio Catricalà è stato accolto con il caos in Parlamento, che oggi non raggiunge il quorum dopo la lunga giornata di voto.
Nella mattina, si erano fatti soprattutto due nomi: da un lato la scelta del Partito Democratico, Luciano Violante. Dall’altro quella, a sorpresa, di Forza Italia: l’avvocato Donato Bruno, 65 anni, già patrocinante in Cassazione. Alla fine però nessun partito l’ha spuntata: 530 voti per Bruno, 529 per Violante. Per l’elezione servivano i voti di tre quinti dell’Assemblea, ovvero 570 voti.
Alla fine Laura Boldrini ha annunciato che domani si tornerà al voto, stavolta alle 18. Tra deputati e senatori in Aula oggi c’erano 802 persone, 148 in meno della totalità. Elisabetta Alberti Casellati, Teresa Bene e Renato Balduzzi risultano eletti membri laici del CSM, secondo quanto apprende l’ANSA da fonti parlamentari. I tre hanno superato il quorum previsto di 482 voti.
I capigruppo dei due partiti, Roberto Speranza e Renato Brunetta, hanno comunque assicurato che si continuerà sull’intesa Violante-Bruno anche per le prossime votazione. “Con questi voti, non si abbandonano i candidati”, ha detto Brunetta, cui ha fatto eco il vicesegretario dei democratici Guerini: “Il patto tiene”.