Al 45′ minuto di Empoli-Roma, anticipo della seconda giornata di Serie A, una sassata da fuori area di Radja Nainggolan ha causato l’autogol di Sepe. Tuttavia la dinamica del gol (tiro del numero quattro della Roma, palo e rimabalzo sulla schiena del portiere toscano Sepe) desta più di un sospetto su chi debba essere il reale titolare della marcatura.
A norma di regolamento (direttiva Fifa del 1998), si ha autogol solamente quando una deviazione corregge in rete un tiro destinato ad uscire. Sin quì il raggionamento è condivisibile, nel caso di Empoli-Roma si avrebbe autogol di Sepe. Ma il vero e proprio paradosso lo riscontriamo quando la massima autorità calcistica del mondo stabilisce che un’eccezione è concessa su calcio piazzato: in questo caso l’autorete verrebbe annullata e il gioco riprenderebbe con un calcio d’angolo per la squadra avversaria. Perchè, verrebbe da dire, la corresponsabilità della rete risulta decisiva solo su azione in movimento?
Se la follia (o più spesso, l’incapacità) può condurre un giocatore a calciare in rete una punizione o un rinvio dal fondo campo senza che ciò abbia immediate conseguenze sul risultato della partita, ci chiediamo perchè un tiro (volontario) debba essere negato al suo autore. In ballo c’è solamente il merito sportivo, e le sorti fantacalcistiche di milioni di giocatori. Il “malumore” dei tanti fantallenatori coinvolge anche la nostra redazione del fantacalcio che aveva schierato Nainggolan nella top undici. Di certo c’è che il “caso” di Empoli-Roma difficilmente rimarrà negli annali del calcio, a differenza di quanto avvenuto per altri storici e dubbi “autogol” ancora in attesa di un responso definitivo.