“Trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia“. Sono queste le parole che Papa Francesco ha usato durante la messa a Redipuglia (Gorizia). “La guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!”.
“La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere… sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un’ideologia; ma prima c’è la passione, c’è l’impulso distorto”, ha detto Francesco. “L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è un’ideologia, c’è la risposta di Caino: ‘A me che importa?’, ‘Sono forse io il custode di mio fratello?'”, ha aggiunto.
“Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta ‘a pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni…”. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata al Sacrario militare di Redipuglia a cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Accolto da una folla di fedeli sotto la pioggia, Papa Francesco è arrivato al sacrario di Redipuglia dove ha celebrato la Messa in ricordo dei caduti della prima Guerra Mondiale. Una celebrazione in nome della pace nel centenario dell’inizio della Grande Guerr. Il Pontefice ha concelebrato con i cardinali Christoph Schoeborn, arcivescovo di Vienna e Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria e con numerosi vescovi provenienti da Slovenia, Austria, Ungheria e Croazia e dalle diocesi del Friuli Venezia Giulia, e con l’arcivescovo Santo Marcianò e gli altri ordinari militari e cappellani militari. Il coro era composto da 180 militari italiani, tra soldati e marinai.
Ad accogliere il Pontefice all’aeroporto c’erano il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
“Un’omelia di forza impressionante, un’analisi lucidissima del mondo di oggi e del male che lo attanaglia, un duro richiamo contro l’egoismo” ha commentato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commentando l’omelia del Santo Padre. “Colpisce a fondo l’appello alla conversione del cuore e l’invocazione a ritrovare la capacità di piangere, che sono – ha aggiunto – un’espressione di umanità altissima e una via alla fede. Il Santo Padre con poche ma nette e profonde parole e’ riuscito a gettare nei nostri cuori un fertile turbamento e anche per questo gli dobbiamo gratitudine”.
Prima di raggiungere il Sacrario, il Pontefice ha fatto voluto fermarsi al cimitero austroungarico dove riposano 15 mila salme di soldati caduti in quest’area nel corso della prima guerra mondiale. Dopo aver pregato in silenzio per una decina di minuto e aver deposto un mazzo di fiori, Francesco si è fermato a conversare brevemente con un gruppo di bambini che si era radunati lì per lui.
Papa Francesco poi si è diretto verso il Sacrario, il più grande ossario militare, dove si trovano le spoglie di 100 mila caduti che hanno combattuto durante la Grande Guerra. Da un palco realizzato appositamente per l’occasione, posizionato ai piedi del Sacrario, il Papa ha celebrato la Messa. Come simbolo di pace, il Pontefice ha donato la lampada “Luce di San Francesco”, che verrà accesa nelle diocesi durante le celebrazioni.
La lampada è offerta dal Sacro Convento di Assisi, mentre l’olio dall’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti, che gestisce gli oliveti confiscati alle mafie in Sicilia e in Puglia. Alla base della lampada, le parole della Preghiera Semplice: “Dove sono le tenebre che io porti la luce”.