La Regione siciliana assomiglia sempre di più a un pentolone a pressione pronto ad esplodere. E sembra non bastare più nemmeno il coperchio di questo pentolone, rappresentato dallo spirito di autoconservazione dei 90 deputati dell’Assemblea Regionale, il Parlamento siciliano che – in caso di sfiducia al presidente – decadrebbe automaticamente con la prospettiva di andare a elezioni anticipate (e dalla prossima legislatura il numero dei deputati, per legge, scenderebbe da 90 a 70).
Dopo il pandemonio suscitato dal flop del “click day” del Piano Giovani, oggetto di feroci polemiche e che porterà a una mozione di censura nei confronti dell’assessore al ramo Nelli Scilabra, nelle ultime ore l’aria è tornata ad avvelenarsi. Un assessore del Governo, Mariarita Sgarlata, renziana, titolare dell’Ambiente, è al centro di un “caso” per la costruzione di una piscina nella sua villa con un iter burocratico che – secondo l’accusa – sarebbe stato agevolato dai vertici della Soprintendenza ai Beni culturali; e il presidente della Regione Crocetta manda le carte in Procura e dichiara che al suo posto “si sarebbe dimesso”, salvo poi fare parziale marcia indietro dopo poche ore.
Uno degli uomini più rappresentativi della maggioranza di Governo, il cuperliano Antonello Cracolici, piuttosto critico con il presidente Crocetta, specie negli ultimi tempi, ha scritto un tweet al vetriolo: “La commedia del governo Crocetta è ormai alla fine. Si è trasformata in una farsa. A questo punto è meglio chiuderla qui”. Frase che rianimerà le profonde spaccature all’interno del Pd siciliano, altra pentola in ebollizione, diviso in correnti, spaccato sull’operato del governo Crocetta, costantemente in cerca di una mediazione con i vertici nazionali del partito.
Il premier Matteo Renzi, che sarà in Sicilia il 15 settembre in occasione dell’anniversario dell’uccisione di padre Pino Puglisi, dovrà prima o poi sbrogliare questa matassa: finora si è tenuto largo dal ring ma adesso è sempre più difficile fare finta di niente. Il Pd in Sicilia è maggioranza, ha dato un notevole contributo alla vittoria di Renzi alle Europee, e non è semplice interrompere un’esperienza governativa a conduzione Pd (almeno formalmente, perché in realtà la candidatura di Crocetta, due anni fa, fu voluta dall’Udc).
Ma non è nemmeno possibile andare avanti così, pena un’emorragia di voti e il rischio di ridare vita a un centrodestra che si sta riorganizzando dopo le ultime sconfitte elettorali. E l’ultima indagine di gradimento, pubblicata martedì scorso da Monitoregione, racconta di un Crocetta al penultimo posto nella classifica di gradimento con l’indice in picchiata e un trend in rapida discesa.
Da settimane in Sicilia si discute di un rimpasto di Governo, che servirebbe soprattutto a riequilibrare il peso tra le correnti del Pd: il segretario regionale Raciti avrebbe già fornito una lista al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini che dovrebbe risolvere la questione. Ormai solo il presidente Crocetta difende Nelli Scilabra, ma vacilla anche la posizione dell’assessore al Bilancio Agnello. E adesso, in teoria, anche quella dell’assessore Maria Rita Sgarlata. Con Crocetta che sbandiera la sua autonomia e dice al Pd che “lui non cede alle pressioni”.
Le tensione di queste ore vanno inquadrate anche in questo guazzabuglio di posizioni: Crocetta era partito in quarta contro il suo assessore e ha vistosamente frenato. Prima ha dichiarato di avere mandato le carte in Procura “per una questione di trasparenza. Non entro nel merito di una vicenda molto tecnica ma sicuramente l’assessore ha peccato di leggerezza politica. Adesso, attendiamo gli esiti delle indagini. Se dovesse risultare che ha sbagliato, non potrò esimermi dal rimuoverlo. Al suo posto io mi sarei già dimesso”.
Poi – forse consigliato dai vertici del partito (la Sgarlata è vicina all’ala renziana) – Crocetta ha precisato: “Sulla vicenda non permetterò strumentalizzazioni politiche, il governo ha le carte in regola. Trasmettendo gli atti alla Procura mi sono limitato a fare il mio dovere, impedendo che chiunque potesse speculare su questa vicenda e garantendo in questo modo l’onorabilità del governo e dello stesso assessore. È evidente che questo da parte mia non significa alcun giudizio di responsabilità, in presenza di una procedura complessa dal punto amministrativo e rispetto a presunte infrazioni la cui valutazione spetta ai tecnici. Nei confronti dell’assessore ho applicato il metodo garantista che applico con tutti, e non significa affatto che l’assessore sia colpevole. Semplicemente, inviare gli atti ai magistrati contribuisce a fare un’operazione di verità. Dimissioni dell’assessore? Non c’è alcun problema politico, in assenza al momento di infrazioni”.
La vicenda relativa alla realizzazione di una piscina è oggetto di indagine della procura di Siracusa che dovrà verificare l’esistenza o meno di irregolarità. Nel frattempo la diretta responsabile si difende. “Rimettendomi serenamente al giudizio degli organi inquirenti, qualora contrariamente ad ogni logica e presupposto che a me oggi sfugge, dovessero risultare responsabilità dirette e personali non tarderò un minuto in più a rassegnare le mie dimissioni nelle mani del presidente, e ciò per difendere il mio onore e per rispetto dei siciliani”.
L’assessore sotto accusa ha dichiarato di essere vittima “del metodo Boffo”: “Le notizie calunniose relative alla costruzione di una piscina abusiva nella casa di mia proprietà sono il frutto di un attacco di natura politica. Tali notizie non rispondono in alcun modo a verità e per contrastarle, a difesa del mio buon nome e del mio operato, mi riservo di adire tutte le opportune vie legali”.
In questo contesto fa perfino sorridere la rottura di una solida amicizia tra il presidente Crocetta e il massmediologo Klaus Davi, amici fin da quando Crocetta era sindaco di Gela, e ultimamente importante stampella mediatica nel corso della trasmissione “L’Arena” di Massimo Giletti, che più volte nello scorso anno ha ospitato Crocetta. Davi contesta a Crocetta una dichiarazione in cui “ha fatto nei miei riguardi una battuta maschilista e sessista: mi meraviglio di lui”. Davi si riferisce a una dichiarazione del governatore a Vittorio Zincone per “Sette”: “Sa com’è, avendo difficoltà a parlare della propria sessualità, Davi fa domande su quella degli altri”. Davi manda ora messaggi velenosi: “Crocetta pensi a governare bene la Sicilia invece che a fare battute da caserma. Mi preoccuperei più del crollo di consenso che ha avuto in questi anni e cercherei di capire come mai dopo una campagna elettorale così efficace i siciliani gli abbiano voltato le spalle. È stato mal consigliato in primis dai partiti alleati e ora si vedono i risultati”.
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quando deciderà di andarsene lui sarà troppo tardi!! non ne possiamo più di questo governo che non ha fatto niente e che ha soltanto illuso i siciliani!!!
Crocetta attacca e "assolve" assessori a piacimento... certo che però la piscina abusiva...
Altro che metodo "Boffo", questo si chiama metodo "Crocetta": al mattino dice una cosa e il pomeriggio il contrario. Tanto sa benissimo che nessun deputato firmerà per andare a casa, e così si continuano a garantire gli stipendi tutti quanti, fregandosene dei siciliani che sono sempre più poveri. Mannaggia a me quando ho votato Crocetta!