Nulla di fatto per l’elezione di due giudici della Corte costituzionale da parte del Parlamento, riunito in seduta comune. Nessuno ha superato il quorum previsto. Servirà una nuova votazione, in agenda per domani. Sarà la nona volta che Camera e Senato si riuniscono per decidere, un iter molto lungo nonostante i richiami del Quirinale per procedere “in tempi rapidi”.
Dallo spoglio dell’ottava votazione, Luciano Violante si è fermato a 429 voti: 141 in meno del minimo di 570 previsto. Antonio Catricalà non ottiene i voti di Forza Italia e arriva a “quota” 64, sorpassato da Donato Bruno che riceve 68 voti, ma anche dal costituzionalista Franco Modugno (119 voti) e Felice Besostri, sostenuto da M5S con 165 voti.
A pesare sulla mancata elezione di Violante sarebbero le frizioni interne al Partito democratico. L’ex presidente della Camera ha invece incassato i voti di Scelta Civica, del Misto e dei partiti minori del centrosinistra.
Camera e Senato sono chiamati a eleggere anche i membri “laici” del Csm. Hanno superato il quorum solo Giovanni Legnini e Giuseppe Fanfani, entrambi del Pd. Hanno ottenuto rispettivamente 524 e 499 voti. Diciotto le schede bianche. Per eleggere gli altri membri laici servirà una nuova votazione.