C’è attesa negli Stati Uniti per le comunicazioni del presidente sulla strategia anti-terrorismo. Barack Obama, che parlerà alle 21 ora locale (le 3 del mattino in Italia) ha annunciato di voler intensificare gli sforzi, sia militari che diplomatici, contro lo Stato islamico (Isis). Nella notte il presidente americano svelerà il suo piano anti-jihadista e probabilmente annuncerà che i raid aerei già in corso contro le postazioni jihadiste nel nord dell’Iraq saranno estesi alla Siria.
Secondo alcuni media americani, inoltre, il capo della Casa Bianca ha già chiesto al Congresso il via libera per armare i ribelli dell’opposizione moderata al regime di Assad. Ma lo sforzo sarà doppio: a quello militare ne sarà affiancato uno diplomatico. Obama sta premendo per formare una coalizione estesa ad almeno 40 paesi, con i membri delle Nazioni Unite affiancati da arabi sunniti alleati.
Prima del discorso alla Nazione, il presidente ha riunito i vertici militari alla Casa Bianca: in sostanza, un gabinetto di guerra. La Francia intanto ha assicurato la sua disponibilità a partecipare ai raid aerei sull’Iraq, se sarà necessario. Parigi valuta anche un intervento in Siria, ma “con modalità diverse”, ha precisato il ministro degli Esteri laurent Fabius.
Assad si è reso disponibile a cooperare con l’Occidente contro l’Isis, e con il coordinamento di Damasco. Ma Parigi non lo considera un partner nella lotta al terrorismo. Washington ha anche intenzione di meglio sostenere le forze di sicurezza irachene. In quest’ottica si inquadra la visita a sorpresa del segretario di Stato John Kerry a Baghdad.
“La comunità internazionale non resterà a guardare l’Isis mentre cresce e si diffonde, ma eliminerà la sua minaccia, dall’Iraq, dalla regione, dal mondo”, ha assicurato Kerry parlando dalla capitale irachena.
La strategia di Obama non prevede comunque l’invio di truppe di terra. Anche il ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti ha confermato di non aver sentito nessuno parlare di interventi di terra”. “A noi non è stato richiesto alcun intervento aereo, ma se vi fosse tale richiesta bisognerà valutare per cosa dovremmo utilizzare l’aeronautica militare: se dobbiamo evitare che si spari su civili, io non avrei problemi a farlo, ma al momento non è questo il caso”, ha spiegato il ministro, ribadendo: per ora abbiamo dato la disponibilità ad armare i curdi e messo a disposizione un aereo da rifornimento e degli addestratori”.