“Scegliete dalla to do list tre cose, realizzatele e poi passate alle tre successive”. È così che l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, si è rivolto al governo di Matteo Renzi. Un consiglio, in fondo un rimprovero. “Lo Stato deve dimagrire, ridurre la sua presenza nella vita delle imprese”.
“Mi chiedo quando il Paese capirà che noi non vogliamo lavoratori usa e getta – ha proseguito Marchionne al forum Ambrosetti di Cernobbio – ma persone coinvolte, che si sentano parte di un progetto per il futuro”. “Il mondo del lavoro in Italia è anomalo, non esiste in nessuna altra parte del mondo”, ha aggiunto.
E il leader di Fiat non ha usato toni più concilianti nemmeno parlando dei sindacati: “Non è più accettabile la tirannia della minoranza nel mondo dei sindacati”.
I nodi che l’Italia deve affrontare sono la “mancanza di occupazione e la carenza di capitali”. L’ad di Fiat-Chrysler ha poi aggiunto: “Mi sono scontrato con tre fattori fondamentali: il mercato del lavoro, la mancanza di certezza del diritto e la burocrazia”. Ma “noi italiani da sempre siamo il paese dei gattopardi: vogliamo che tutto cambi perché tutto rimanga com’è. Se non cambiamo atteggiamento tutti quanti andremo sempre più in basso”, ha concluso Marchionne con una nota di pessimismo.